Tratto da: Memorie postume sceverate
dalle schede autografe
di Filippo Cavolini - 1853
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Vico Equense - In occasione del 260° anniversario della nascita dell’insigne naturalista Filippo Caulino, il Comune di Vico Equense congiuntamente all’Istituto Comprensivo “Caulino” di Moiano, hanno organizzato una giornata commemorativa per far conoscere agli studenti la figura del ricercatore e studioso, originario della borgata di Moiano. Il programma prevede: dal 5 al 7 aprile vi saranno laboratori, attività di ricerca, divulgazione e confronto nelle varie classi e sedi scolastiche dell’Istituto riguardanti la figura, l’opera e l’apporto ideale e pedagogico di Filippo Caulino. Nel pomeriggio del giorno 8 aprile si svolgeranno le seguenti iniziative: visita ai laboratori svolti dalla scuola dell’infanzia; mostra dei lavori svolti dai bambini della scuola primaria; incontro sul tema della figura e dell’opera di Filippo Caulino e sulla nuova realtà dell’Istituto Comprensivo, cui parteciperà il Sindaco di Vico Equense Benedetto Migliaccio, la dirigente scolastica Alberta Maresca e il direttore del Museo Mineralogico Campano Umberto Celentano. Sempre nel pomeriggio di venerdì prossimo, il Comune di Vico Equense scoprirà una lapide in sua memoria nella borgata di Moiano.
Giovan Filippo Caulino nacque a Napoli nella casa sita alla Porta piccola della Pietatella l’8 aprile del 1756 da Nicola, avvocato, e Angela Auriemma, gentildonna sorrentina. La famiglia Caulino era originaria del Casale di Moiano di Vico Equense, dove i Caulino, provenienti da Positano, si erano trasferiti già nel secolo XV. Gli antenati di Filippo Caulino erano proprietari benestanti che incrementarono le loro fortune con lo studio e l’esercizio delle professioni. Fra di essi ricordiamo Giovanfilippo Caulino, dottore in legge e sindaco di Vico nel 1632, Diego Caulino, giudice a contratto nel 1657, Diego Caulino dottor fisico nel…. Il cognome viene trascritto con diverse grafie nel tempo, all’epoca del nostro scienziato era usata la dizione “Caulini” poi diventata “Cavolini”. I Caulino, anche svolgendo le loro attività a Napoli, mantenevano i contatti con il loro paese d’origine, dove conservarono proprietà e beni fino alla metà dell’Ottocento. Filippo Caulino infatti conosceva bene i monti e le coste della nostra città, che descrisse nelle sue opere: il monte Faggeto, la sorgente della Sperlonga, la cava fossilifera di Capo d’Orlando. Il Caulino, dotato di un brillante ingegno, studiò legge, facoltà che gli poteva aprire le porte di una redditizia professione. Ma la passione per la storia naturale lo indusse, dopo la morte del padre, a dedicarsi interamente alla scienza ed alla cura dei poderi di Posillipo. In questa scelta fu rilevante l’influenza del suo maestro Domenico Galiani, botanico, impegnato nella classificazione delle piante sulle orme di Limneo. Il primo lavoro scientifico del Caulino fu proprio di carattere botanico, in quanto descrisse la natura del fico, le sue diverse specie e i diversi tipi di fiori, femmine, maschi ed ermafroditi. Successivamente i suoi interessi si rivolsero in modo prevalente agli organismi marini, per cui può essere considerato uno dei fondatori dell’attuale biologia marina. Coniò la dizione di “plantanimali” per indicare quel tipo di organismi marini che presenta caratteri apparentemente misti fra il mondo animale e vegetale. Studiò i polipi che sono all’origine delle formazioni coralline, la generazione dei pesci e dei granchi e dedicò la sua attenzione anche ai fossili. Era un bravo disegnatore e ritraeva personalmente i suoi oggetti di studio. Egli conduceva le sue ricerche con mezzi semplici, recandosi di persona a ricercare gli organismi da studiare, esplorando grotte e scogli del Golfo di Napoli, allora ricchissimo di vita animale e vegetale. Come gli altri studiosi dell’epoca si definiva un “osservatore”, termine dal quale è nata la dizione “osservazioni scientifiche”. I suoi strumenti erano la lente ed il microscopio semplice e il suo laboratorio fu la sua casa napoletana, collocata sul mare di Posillipo, nota come villa De Mellis dal nome del suo nipote ed erede, e da lui trasformata in un luogo di studio e ricerca, fornito di una ricca biblioteca e ricolmo di esemplari di studio. Tutto ciò egli fece a sue spese, senza alcun contributo pubblico o privato, rifiutando cariche ed onori, fra i quali la partecipazione al governo nella Repubblica del 1799. Con la conquista napoleonica del regno di Napoli la sua casa fu occupata dall’esercito, con grave turbamento della vita di semplicità e studio che il Caulino conduceva. Egli, infatti, non si era formato una famiglia e si era dedicato interamente alla scienza. Aveva una sola sorella di nome Candida. Vi è una notizia, da confermare, che “diede il suo nome, la sua opera e il suo contributo finanziario al collegio di Sant’ Ivo a Napoli per giovani poveri e abbandonati” (Treccani Dizionario Biografico, voce a cura di Maurizia Alippi Cappelletti). Si decise infine ad accettare la cattedra di anatomia presso l’Università di Napoli, istituita appositamente per lui, e la direzione dell’Istituto Zoologico, con la promessa che sarebbe stato sollevato dall’obbligo di ospitare i soldati. Ma in una giornata di marzo del 1810, essendo uscito in barca con due fidi pescatori, ebbe uno scontro con un soldato che pretendeva di salire in barca per essere trasportato alla sua casa a terra. Incurante delle rimostranze il soldato si slanciò nella piccola imbarcazione facendola rovesciare. Lo spavento e l’infreddatura, insieme ad altri acciacchi precedenti, lo condussero alla morte con febbri altissime il 15 marzo del 1810. Fu seppellito nella Chiesa di San Michele al largo del Mercatello, oggi piazza Dante. Nel 1972 la seconda Scuola Media di Vico Equense, sorta a Moiano per facilitare il percorso di studi dei ragazzi delle colline, che prima dovevano recarsi a Vico o a Piano di Sorrento, fu intitolata a Filippo Caulino per proposta dell’allora Preside prof.ssa Giulia Almagro, persona di ampia cultura e di grande competenza pedagogica, che seppe con lungimiranza identificare nella storia locale un personaggio ispiratore per l’azione della scuola e la memoria cittadina.
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