Il turnover sarà consentito per almeno il 50% del personale uscito per il pensionamento
Fonte: Andrea Bassi da Il Mattino
Roma - Ormai la questione rimasta da risolvere è dove portare l'asticella. Ma la decisione politica è stata presa e la prossima settimana il governo potrebbe approvare un decreto legge sugli enti locali che, tra le altre cose, sbloccherà il turnover dei Comuni. I sindaci, insomma, potranno ricominciare ad assumere con una certa costanza. Il governo Renzi aveva bloccato il ricambio, stabilendo che fatta cento la spesa dei dipendenti andati in pensione durante l'anno, m quello successivo le nuove assunzioni non avrebbero potuto superare il 25% di quella stessa spesa. L'intervento era stato deciso dopo anni di limiti alle assunzioni, e proprio quando sia gli enti locali che le amministrazioni centrali stavano intravedendo la luce infondo al tunnel, considerato che senza la nuova stretta decisa dal governo Renzi, entro il 2018 si sarebbe tornati al rapporto uno a uno, ossia per ogni dipendente uscito se ne sarebbe potuto assumere uno nuovo. Lo strumento scelto dal governo, quello del decreto, comporta che le nuove soglie per le assunzioni potranno scattare da quest'anno. Dove sarà posta l’ asticella del nuovo turnover? Non è ancora stato deciso. Il ministero dell'Economia, intenzionato a non allargare troppo i cordoni della borsa, punterebbe ad un semplice raddoppio dell'attuale limite, che salirebbe dal 25% al 50%.
I Comuni spingono perché si arrivi almeno al 75%, con l'obiettivo di tornare al percorso disegnato qualche anno fa con lo sblocco completo entro il prossimo anno. A spingere per limiti più alti è il ministero della Funzione pubblica. «Ormai l'operazione di mobilità delle Province si è conclusa», ha ricordato il sottosegretario Angelo Rughetti, e i Comuni «finanziano con risorse proprie le assunzioni». Per Rughetti, insomma, occorre innalzare il tetto che limita al 25% il turnover. Una soglia, è la sua tesi, «troppo stretta, con tantissimi Comuni che sono in sofferenza». Il rischio sarebbe insomma quello di mettere a repentaglio i servizi per i cittadini. I Comuni potrebbero effettuare assunzioni in tempi rapidi e senza la necessità di bandire concorsi; grazie a una norma contenuta nel decreto Milleproroghe, hanno la possibilità di attingere da subito alle graduatorie di concorsi già fatti. Inoltre lo sblocco del turnover per gli enti locali, sarebbe coerente con il riavvio delle assunzioni deciso, in via sperimentale, per le Regioni e le Città metropolitane. La nonna, in questo caso, è stata inserita nella riforma del pubblico impiego approvata nelle settimane scorse dal governo. A beneficiarne sono le Regioni e le Città Metropolitane "virtuose", cioè con i conti in ordine. Anche questi enti non dovranno più sottostare agli attuali vincoli che prevedono, fino al 2018, la possibilità di assumere spendendo solo il 25% di quanto risparmiato rispetto all'anno precedente perii personale andato in pensione. La nonna approvata prevede che entro 90 giorni dall'approvazione della riforma del pubblico impiego, sia emanato un decreto del presidente del Consiglio che porti «al graduale superamento degli attuali vincoli assunzionali in favore di un meccanismo basato sulla sostenibilità finanziaria della spesa per il personale». In realtà gli stessi Comuni nei giorni scorsi hanno avuto un primo parziale sblocco delle assunzioni. Un emendamento approvato al decreto sulla sicurezza ha alzato la soglia del turnover per la sola polizia locale fino all'80% per quest'anno e al 100% per il prossimo. All'appello, insomma, per ora manca solo l'amministrazione centrale. Ma è anche vero che, sempre nella riforma del pubblico impiego, è stata decisa un'assunzione straordinaria di 50 mila precari storici, quelli che hanno lavorato per più di tre anni nelle amministrazioni statali negli ultimi sette anni. Per loro saranno banditi concorsi ad hoc nei quali avranno a disposizione il 50% dei posti. Inoltre sono state decise altre assunzioni settoriali straordinarie. Il governo ha stanziato 270 milioni di euro di destinare agli ingressi a tempo indeterminate nella Pubblica Amministrazione centrale «in aggiunta» alle facoltà assunzionali previste a legislazione vigente, inclusi i corpi della polizia dei vigili del fuoco, le agenzie fiscali, l'Inps l'Inail. Si tratta in tutto di 119 milioni per quest'anno e 153 milioni a decorrere dal 2018. Una fetta andrà ai 348 magistrati che hanno superato il concorso.
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