di Filomena Baratto
Vico Equense - La notte tra il 9 e il 10 agosto è la notte di San Lorenzo in ricordo del martirio del Santo avvenuta nel 258 d.C. In questa notte si verifica anche un fenomeno scientifico, quello di una cascata di stelle cadenti, polvere di meteoriti, delle Perseidi, dette anche lacrime di San Lorenzo per aver assistito al suo martirio vedendolo ardere su una pira infuocata. Una folta schiera di stelle che si staccano e volano via nel cielo. Il fenomeno era conosciuto già nel 36 d.C., come uno sciame di polvere di stelle che in questo giorno illumina la volta celeste, ma col martirio del Santo la tradizione collega il fenomeno alla morte di San Lorenzo. Le Perseidi più che stelle sono detriti di stelle, scie luminose che vengono giù come se ci investissero in pieno. E se le stelle di questa notte sono legate al martirio di San Lorenzo, i desideri che liberiamo alla vista delle infinite fiammelle che ardono in cielo, sono veramente infiniti. La tradizione vuole che ci dobbiamo sistemare in luoghi bui, su alture, punti da cui avere una visuale sgombra da dove poter ammirare le stelle del firmamento intero per scegliere la nostra, quella che ci tocca, quella che più risponde alle nostre richieste. E se lei non si smuove e non scolla dal suo posticino accompagniamola con lo sguardo, fino a farla venire giù da noi, richiamata dalla forza dei desideri che ci infiammano. Stasera non ci importa se siamo a Santa Maria del Castello o sullo scoglio della Tartaruga, a San Michele a Faito o lungo i sentieri che segnano il nostro territorio, a San Francesco o alla Sperlonga, al Castello Giusso o alla Villetta o solo sulle spiagge o sulle barche, qualsiasi punto va bene purchè le stelle ci facciano sognare.
Questa notte è la notte del sogno, sì, un grande desiderio che forse convive già con noi da tempo, che magari conosciamo solo noi, che non abbiamo mai manifestato, ma che vogliamo ardentemente che si realizzi. Le stelle hanno il potere di farci provare le vertigini di un sogno, farcelo costruire e porci in sua attesa. Questa è la notte migliore, così, anche se le stelle cadono durante tutto l’anno, quelle di stanotte sono ben distinte, chiare, in un cielo nitido, dove abbiamo tutto il tempo di vedere il loro corso, le loro traiettorie e salire sulla loro groppa a cavalcare il nostro grande o piccolo desiderio che sia. Un desiderio lungo un anno per buttarlo fuori stasera, per essere sicuri che raggiunga la stella che lo porti a compimento. E se cadrà sulla stella sbagliata, ormai gli abbiamo dato vita, anche San Lorenzo lo sa e, mentre piangiamo con le sue lacrime, accendiamo il nostro sogno. Qualcuno si chiederà se oggi, nel terzo millennio, ci possano essere ancora sogni da fare, si possa chiedere ancora alle stelle quello che forse non abbiamo mai avuto il coraggio di fare o di cominciare. Anche oggi ci sono sogni a cui credere! E cosa importa se le stelle hanno il potere di sviluppare questa forza in noi! La vera forza non è nei muscoli ma nei pensieri, il miglior carburante, con cui siamo capaci di smontare e rimontare le montagne, di fare cose che credevamo impossibili, di costruire fantasie che talvolta hanno parvenze di realtà fattibili. E’ la serata più bella dell’anno che ci regala la voglia di sognare ancora. Quali sogni avremo ancora da realizzare e da chiedere, in un mondo dove tutto è realizzabile, programmabile, prevedibile, probabile? Tutto quello che noi vogliamo e non accade mai, e che talvolta resta nel nostro inconscio chiuso per crederlo impossibile, quando manca il coraggio di dargli forza, per pigrizia, per paura, per pessimismo e per non essere abituati a volerci bene, ad attenderci le cose belle, come quelle che ci promettevano da piccoli, per credere che non ci spettino. Dovremmo caricare dentro di noi lo stupore dei bambini, proprio come facciamo in questa notte di stelle, avere il loro animo piccolo e metterci dentro semi di speranza per farli diventare grandi sogni. D’altra parte cos’è un sognatore se non un eterno bambino ma nel senso più nobile del suo significato? E allora se stanotte lo stupore ci rapisce, gli occhi fisseranno le stelle e il cuore proverà almeno una volta la voglia di sperare, lasciamoglielo fare. Vuol dire che stiamo diventando grandi, perché forse i grandi non lo sanno che per essere tali hanno bisogno di cose da piccoli, da bambini.
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