domenica 3 settembre 2017

Andando per il bosco

Rifugio Tre Pini a Faito
di Filomena Baratto

Vico Equense - Mi dispiace che l’estate sia finita all’improvviso ma sono felice per l’acqua e noi tutti sappiamo perché. Appena quest’aria è diventata respirabile, mi è venuta voglia del bosco. Penserete subito a Cappuccetto rosso! Mi saltano nella testa le castagne, i pini, le foglie a terra, il prato bagnato…ma voi direte che ormai hanno bruciato tutto e allora che si va a fare nel bosco? NO! Là dove hanno fatto fuoco ora, con l’acqua che viene giù, sorgeranno tanti piccoli steli che si abbeverano con le gocce e i rigagnoli formatisi con la pioggia. Faito con l’acqua sa di freschezza, di pulito e se proprio vogliamo la fiaba, la possiamo ottenere. Come? Se vi inerpicate al primo sentiero a sinistra, subito dopo l’ingresso sul Faito e vi inoltrate lungo questa stradina, a piedi ancora meglio, vi immergerete in una fiaba. A destra e sinistra alti alberi, formano come una galleria e la stradina ci riporta proprio a Cappuccetto Rosso. Ma volendo modernizzare la storia, lei non sta andando dalla nonna, anche perché le moderne nonne sono sempre belle pimpanti e non aspettano più le nipoti. Cappuccetto va per castagne e per funghi, ma anche per zirri…giusto, cosa sono? Come le chiamate, le chiocciole. Lei va alla scoperta delle cose buone lungo il sentiero. Ma dopo qualche tratto, vede da lontano una casetta graziosa, sulla sinistra, subito dopo un piccolo incrocio, con un terrazzo stretto sul davanti su cui si vedono sedie e tavolini. Dalla strada è ben nascosta, ma avvicinandosi è una grande casa circondata da alberi, con la sua bella porta d’ingresso, proprio come le casette che disegnavamo da bambini. Sulla porta la scritta Rifugio tre pini.
 
Allora lei si dirige lì, dove sente un buon profumo di cucinato. L’ora è quella giusta, di pranzo. Bussa alla porta e le apre Lina, una dolce ragazza con un bel grembiule bianco che la porta all’interno e la fa accomodare. Cappuccetto si siede e le porge i funghi da cucinare. Lina le chiede se giunge a fiaba finita o è ancora nel bel mezzo della trama. Cappuccetto Rosso risponde che le fiabe oggi sono tutte cambiate. Tengono conto di quello che accade e a quelle di una volta non crede più nessuno. Lei è in una nuova versione, vuole conoscere la sua bravura in cucina. Lina le promette di cuocere i suoi funghi, ma nel frattempo le porta qualcosa di buono. Cappuccetto si guarda intorno e osserva come tutti mangiano. Sui tavoli piatti caldi e appetitosi, tutti coperti da nuvole di fumo. La casetta dentro è un vero incanto. Ripensando alla storia, se la nonna fosse stata ad abitare vicino al rifugio, poteva mangiare con Lina tutti i giorni, così nella versione passata non le toccava fare tutta quella strada per portarle da mangiare e avrebbe evitato anche lupo. Adesso non piove fuori, ma ai vetri ci sono tante goccioline. A sapere di questa locanda avrebbe evitato un bel po’ di traversate per il bosco, sarebbe stato tutto più facile. Ma poi si chiede perché il lupo non è venuto a mangiarsi quei farabutti che hanno appiccato il fuoco. Un bel branco di lupi li avrebbe fatti fuori senza aiuto del cacciatore. Per essere sicura avrebbe abolito il personaggio del cacciatore, che poteva sempre uccidere i lupi. La pagina che raccontava del cacciatore sarebbe rimasta vuota. Affacciandosi alla finestra vede un prato nuovo, appena irrorato nel suo bel verde. Gli alberi fanno cadere la pioggia in più dai rami e intanto dalla cucina arriva un buon profumo di funghi. E’ arrivato un piatto di spaghetti al sugo e cotoletta con funghi e patatine. In ultimo vuole anche il dolce. Chiede a Lina da quanto tempo esiste quella locanda a misura d’uomo, accogliente, calda, che non ricordava prima. In fondo alla sala vede un pianoforte molto più piccolo del normale, troppo caruccio. Chissà che non sia di qualche nano, regalo di Biancaneve, segno che altri personaggi di fiabe sono passati di lì. Lina risponde che forse è lei che, uscita adesso dalla sua vecchia storia, non ha visto che il Rifugio è sempre stato lì. Cappuccetto dice di essere una sbadata e forse sta invecchiando, d’altra parte sono tanti anni che va per i boschi, lì c’è cresciuta. Vuoi mettere gli anni delle merende portate alla nonna? Le chiede scusa. Lina le porta i suoi funghi colti nelle vicinanze del Rifugio. Adesso che torna a casa dalla madre, che l’ha mandata per funghi e per castagne, le racconterà del Rifugio tre pini e di quella dolce cuoca che l’ha servita come una principessa. Forse ci porterà anche la nonna e il cacciatore a provare la cucina di Lina e per l’inverno avranno un posto caldo e delizioso, con fuoco acceso e aria pura. D’inverno in questo Rifugio le storie ci stanno bene. Cappuccetto pensa che quella potrebbe essere tranquillamente la casetta di Hansel e Gretel, ma anche quella di Biancaneve e i sette nani o Pollicino. Il Rifugio Tre Pini è la casetta della vostra fiaba, ci potete scoprire quella che volete. Ancora oggi le fiabe ci fanno riflettere oltre che sognare e al Rifugio si va come dentro le storie. Lina non è solo una cuoca, ma anche padrona di casa. Lei ti accontenta sempre, con i suoi modi garbati, è una locandiera di altri tempi. Sarà che oggi è difficile incontrare persone a modo, che abbiano pazienza, che sappiano ospitare, che si mettano al servizio degli altri. Questa locanda è un posto per persone che vogliono sentirsi a casa a mangiare e a chiacchierare tra amici con un buon bicchiere di vino e tanti piatti da leccarsi il muso come i tre porcellini. Cappuccetto ne esce meravigliata come se fosse stata lei ad uscire da un’altra fiaba, ma ha deciso che passerà l’inverno al Rifugio tre pini con la famiglia, così da costruire tante storie. Se ne va dibattuta se reintegrare il lupo o buttarlo fuori dalla fiaba. Tutto sommato un lupo serve sempre e poi nel bosco è indispensabile. Che il lupo sia!

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