domenica 19 novembre 2017

Il welfare ha fallito le parrocchie sole contro la crisi

Fonte: Antonio Mazzone da Il Mattino 

La miseria non è una fatalità: ha delle cause che vanno riconosciute e rimosse». Con queste parole scritte sul suo account twitter, a pochi giorni dalla celebrazione della Giornata mondiale dei poveri, papa Francesco ha voluto richiamare alla responsabilità istituzioni e credenti sulla condizione di tante persone che vivono in estrema indigenza o che rischiano di scivolare nella povertà. I volti di nuovi e vecchi poveri e le evoluzioni del fenomeno in Campania, emersi durante la presentazione del dossier regionale sulla povertà, mostrano un quadro preoccupante che lascia molte ombre sul futuro dei tanti che vivono una stagione difficile della vita. Il primo dato che spicca dal Dossier 2017 è quello che quasi i due terzi delle persone che si rivolgono ai centri di ascolto delle Caritas campane sono italiane. Una percentuale che negli anni della crisi si è notevolmente incrementata, passando dal 38,2% del 2008 al 64,6% di oggi Aumentano i cittadini italiani che sono in condizioni di disagio, confermando così la tendenza dell'erosione del ceto medio che continua a pagare il prezzo più salato della recessione. Insomma, la platea di chi stenta a "tirare avanti" non accenna a ridursi, nonostante gli ultimi indicatori economici marchino il segno positivo, come ha recentemente rilevato lo Svimez, attribuendo alla Campania una crescita del Pil del 2,4%, l'aumento più alto registrato tra le regioni italiane. Tuttavia, i benefici della ripresa raggiungono troppo lentamente e parzialmente le persone.
 
La ricchezza rimane concentrata in poche mani e spesso si accompagna all’illegalità e allo sfruttamento della dignità umana. Mentre i salari non crescono e l'aumento dell'occupazione è legato ad una quota sempre maggiore di lavoro precario, come del resto ha confermato il recente report di Bankitalia. Basti pensare che nel 2016 per quasi due milioni di lavoratori a termine, il contratto ha avuto una durata di meno di un anno e per circa mezzo milione inferiore ai 3 mesi. Le persone senza fissa dimora che hanno chiesto l'aiuto dei centri di ascolto sono invece in prevalenza straniere, quasi 4 su 5. Prive di reti familiari e di sostegno, sono più vulnerabili e più facilmente finiscono nella marginalità e si rifugiano nelle mense e nei dormitori per trovare accoglienza. Il dato più rilevante che si evince dal Dossier della Caritas è forse quello dell'andamento demografico. Diminuzione della popolazione, rapido invecchiamento e riduzione della natalità trasformeranno la Campania dalla regione più giovane d'Italia a una terra di anziani. La fuga dei cervelli e una continua emorragia dei giovani priveranno il nostro territorio delle migliori energie per sostenere e rilanciare la ripresa. Ricordo che dal 2006 al 2016 ben 52mila studenti campani si sono iscritti ad università al di fuori della nostra regione. Del resto in Campania le persone a rischio povertà sono il 39,1%, il doppio della media nazionale, una prospettiva di incertezza che spinge tanti ad emigrare. Aree metropolitane e periferie urbane, sono le zone dove si concentra la possibilità di finire più facilmente in miseria. Dal rapporto emergono tutte le difficoltà delle famiglie: due terzi di quelle seguite vivono con meno di 500 euro al mese, mentre la percentuale delle persone con disabilità che chiedono aiuto sono il triplo della media nazionale. E qui spicca la figura delle donne che, facendosi carico delle esigenze dell'intero nucleo familiare, rompono il muro dell'orgoglio e bussano con insistenza alle porte dei centri di ascolto per chiedere aiuto. Di fronte alla carenza dei servizi per i cittadini che l'offerta pubblica è in grado di fornire, le 1821 parrocchie della Campania rappresentano una frontiera, un punto di riferimento indispensabile. Quando si perde il lavoro resta solo la Caritas. Tuttavia, la povertà non è una questione privata. I tanti volti segnati dal dolore, dall'emarginazione, dalla violenza, dalla privazione del necessario dovrebbero essere al centro delle preoccupazioni del mondo politico e delle istituzioni. Purtroppo assistiamo alla continua disgregazione dei servizi sociali, così come sta avvenendo nella città di Napoli dove gli anziani sono sempre più soli e privi di riferimenti, i disabili devono protestare per essere accompagnati a scuola, ai senza dimora è negato un tetto e l'assistenza. Papa Francesco nel messaggio per Giornata mondiale dei poveri ha messo in evidenza la contrapposizione che tanto spesso esiste tra le parole vuote e i fatti concreti, ed ha chiesto un impegno tangibile per venire incontro alle necessità degli "ultimi". Per questo appare opportuna l'iniziativa del vescovo di Acerra che ha organizzato un tavolo di lavoro tra gli operatori pastorali e i dirigenti dei servizi sociali dei comuni della diocesi e, nello stesso tempo, ha invitato a pranzo nel Duomo 100 poveri. Mentre ogni giorno tanti preti e laici impegnati delle parrocchie della Campania sostengono, aiutano e confortano esistenze scartate dalla società.

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