Fonte: Guido D'Angelo da Il Mattino
Ancora una volta ritorna la proposta di salvare i cosiddetti abusi di necessità, cioè le prime case costruite abusivamente. Secondo Legambiente soltanto nella Campania ci sono settantamila abitazioni abusive e secondo il Cresme ogni anno vengono edificati in Italia ventimila edifici senza il permesso di costruire. Questi dati dimostrano che esiste un fabbisogno meritevole di considerazione. È evidente, cioè, che pur nella disciplina di un ordinato assetto del territorio bisognerebbe tendere a soddisfare la detta esigenza. Ciò dimostra la necessità a tal fine dell'approvazione di nuovi ed aggiornati Piani urbanistici comunali. Invece, in Campania, ad esempio, l'obbligo di approvazione di tali piani previsto da una legge regionale del 2004 - è stato rispettato dopo 14 anni soltanto per poco più del dieci per cento dei 551 Comuni della Regione. Intanto - per quanto riguarda famiglie abitanti nell'unica casa disponibile costruita abusivamente - la legislazione vigente consente una soluzione accettabile. Infatti, trascorsi novanta giorni dall'inosservanza della relativa ordinanza di demolizione, l'immobile è acquisito al patrimonio disponibile del Comune ed il Consiglio comunale può consentire alle dette famiglie la conservazione dell'uso dell'abitazione.
Invece, quando non trattasi di abusi di necessità le costruzioni abusive dovrebbero essere egualmente acquisite al patrimonio comunale e potrebbero anche essere alienate. In tal modo il Comune ricaverebbe anche le risorse finanziarie per eseguire la demolizione delle costruzioni abusive particolarmente pregiudizievoli per l'assetto del territorio. Inoltre, ulteriori risorse finanziarie sarebbero acquisite dai Comuni se finalmente si provvedesse ad evadere i milioni di pratiche di condono edilizio ancora in attesa di definizione. In conclusione, più che nuove leggi bisognerebbe finalmente attuare la legislazione vigente.
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