di Filomena Baratto
Vico Equense - Gratis è l’ablativo plurale latino della parola gratia che da gratiis è diventato gratis, con benevolenza, con grazia, senza pagamento. Questo è noto a tutti, ma non tutti sanno gestire le cose gratis, o meglio molti ci giocano. Come? Quando non ti fanno un preventivo di quello che offrono aspettando di capire se chiederti qualcosa in cambio o se presentarti il conto. Di solito accade quando non si può fare quello che hai chiesto e si tergiversa, prendendo tempo. Se l’affare non può andare a buon fine, si cerca almeno di trarne dei vantaggi. Se poi fai presente che magari le cose stanno andando per un verso non richiesto, subito ti viene detto: ”Ma credevi fosse gratis?” “No, ma aspettavo il conto e non la cresta!”
Oggi di gratis non si fa nulla e chi si sforza, non ce la fa a non sottolineartelo in seguito. E’ più giusto dire “do ut des”, questa è la legge, e la si riscontra anche tra amici. Quanto più stretti sono, tanto più senti i pungoli del dover ricambiare per non offendere la loro sensibilità inducendoli a pensare di abusare dei loro favori. In genere si vorrebbe sapere prima come e se ricambiare e non andare per le “kalendae” quando ti si presenta un conto inaspettato. Spesso il gratis è più costoso del costo delle cose. Sempre meglio pagare e non aspettarsi ricatti o contraccambi che mai estinguono il debito, facendolo diventare una catena di Sant’Antonio, e quello che hai ricevuto diventa un’azione senza prezzo, nel senso che non finisci mai di pagarlo, mentre il tuo gratis verrà sempre sottopagato. Questo non esclude la vera gratuità delle cose, senza onere e senza ripensamenti, per il solo piacere di dare e con benevolenza. C’è poi una forma tutta moderna di gratuità, una sorta di caffè pagato: tu fai qualcosa deliberatamente, non richiesto e lo sospendi, fino a quando hai bisogno anche tu da quella persona un contraccambio. A quel punto gli ricordi quello che hai fatto in suo favore gratis e non potrà tirarsi indietro.
Ci sono poi quelli che vogliono la tua gratuità ma non offrono la loro e sono abituati a chiedere sempre, soprattutto se hanno capito la tua generosità. Nel loro libro c’è scritto solo “ricevere”. Tra poco nemmeno l’amore sarà gratis, tutti cercano il contributo a quello che fanno, che svolgono, per quello che si impegnano. Tutti sottolineano la loro professionalità, il valore del loro lavoro, come se il tuo fosse di serie b o un semplice passatempo. La gratuità di un gesto può capirsi solo nella misura in cui non viene detto, non viene sottolineato, non viene fatto pesare. Se fai una cosa gratis, dimenticati di quel gesto, altrimenti è solo un’azione sospesa a cui darai un prezzo alla prima occasione per farti ricambiare. La liberalità si esprime proprio quando decidiamo, di nostra iniziativa, di offrire qualcosa. Solo in questo caso ha un valore inestimabile. Il mondo scorre anche e soprattutto su un binario diverso dal costo e che le cose più importanti e vere non hanno prezzo. In un mondo costoso però non è impossibile che avvengano gesti senza prezzo, sentiti e senza per forza ricambiare. Si vive anche del bene fatto, di una sfera più profonda di quella superficiale e consumistica a cui siamo di gran lunga abituati.
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