Gennaro Esposito |
Ha sapore di mare la grande cucina in Campania. Ischia è la rivelazione della nuova guida dei ristoranti "L'Espresso 2019" presentata ieri a Firenze nella quarantesima edizione, diretta da Enzo Vizzari. Il volume, rinnovato nella grafica e nella formula, conferma il successo di Capri e della costiera sorrentina. Da Vico Equense a Massalubrense, quasi sempre in sinergia con i grandi alberghi, si registrano i picchi delle migliori firme. "Cappello d'oro" a "Don Alfonso 1890". Sono descritti chef emergenti ed altri ormai affermati: tutti concorrono ad attrarre turismo di alto bordo. Non mancano locali di prestigio nella regione interna, come "Kreisos" a Telese. In penombra la città di Napoli. La nuova Guida, abbinata a quella dei Vini d'Italia, offre in 792 pagine i più importanti e affidabili indirizzi, duemila i selezionati, più numerosi sono quelli visitati. È da oggi in libreria e in edicola a 24,90 euro. In versione digitale in App disponibile Iphone, Ipad e dispositivi Android a 7,99. Non compaiono voti, ma "Cappelli". In Campania a nessuno più di quattro. Un solo "Cappello d'oro", il simbolo che consacra i Nuovi Classici, è attribuito ad Alfonso Iaccarino, il più popolare tra gli chef campani nel mondo. Ma la Guida ne spiega il primato illustrando la esemplare collaborazione della sua famiglia, «capace di accogliere nel ristorante e nelle eleganti suite capi di stato e normali appassionati con il medesimo calore». All'infinita classe di Livia e Mario in sala con Maurizio sommelier, svetta in cucina Ernesto, molto più di un figlio erede.
Si legge: «Personalità e tecnica si trovano nelle creazioni come il Cannolo di dentice marinato allo yogurt, limone e peperoncino, come un cheviche con salsa di sesamo bianco e verdura». Apprezzati la cantina «in grotta preromana con i migliori vini al mondo» e i prodotti dell'azienda agricola di Punta Campanella. Con 4 cappelli è giudicato "Danì Mason" a Ischia. Un personaggio. Nino Di Costanzo, «fuoriclasse, anima bella e spirito libero, che ha trasformato la casa di famiglia in un piccolo mondo, testimonianza per Ischia, l'arte, l'ambiente». Grandi piatti: "Bufalo e bufala", filetto di carne con palline di formaggio stagionato; il "Brodo maritato", con gamberi, bocconcini di coniglio, mini-ravioli del plin e scarola». Con il pastificio "Gerardo di Nola" sta sperimentando una conchiglia che cattura il fagiolo ischitano della rara varietà "Zampognaro". A Ischia brilla anche un altro ischitano innamorato della sua terra. Pasquale Palamaro nel suo esclusivo "Indaco" del Regina Isabella a Lacco Ameno. Quattro cappelli anche a Giuseppe Iannotti, ingegnere, «autore di suggestioni raccolte in giro per il mondo». Piccoli piatti con grandi idee. «Gola di baccalà in brodo di maialino, calamaretti fritti con gelato di piselli, polpo e cetriolo, lingua d'oca». Nella regione interna, a Brusciano, con pari cappelli "Taverna Estia", dove Francesco Sposito «svetta per precisione tecnica e profondità gustativa», proponendo «Risotto mantecato con confettura di limoni, crudo di gamberi viola, vongole veraci e olio ai pistacchi di Brente». Seguono con 3 Cappelli a Vico Equense "Torre del Saracino" con la simpatia del creativo "Gennarino", "Quattro Passi" a Massalubrense dove s'incontra il ventenne Fabrizio Mellino, figlio d'arte ma allievo di scuole francesi, e scendendo a Marina del Cantone "Taverna del Capitano" dove Alfonso Caputo «sperimenta Capelli di nero di seppia», ovvero «filamenti per esaltare le uova fresche, in un piatto che mima il caviale». Il Romeo a Napoli ha 2 "Cappelli", 1 a "Parker's" e "Palazzo Petrucci" con "Veritas", che offre piatti eleganti nel rispetto delle materie prime", esempio il "Calamaro con bieta e sala allo zenzero". Napoli si riscatta con le pizzerie. Fantasia e qualità, tutte ben descritte nella nuova Guida 2019.
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