I ragazzi napoletani sono i più "poveri" socialmente. Non leggono, non praticano sport e non studiano musica
Napoli è la prima città in Italia per povertà educativa giovanile. E’ l’allarme lanciato nel corso del dibattito promosso dall'ufficio del Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza della Campania, presso la Sala dei Baroni del Maschio Angioino. Dati del 2017 restituiscono una fotografia alquanto scura della condizione sociale ed educativa dei minori di Napoli e provincia. 11 78% non è andato mai a teatro; il 73% non è entrato mai in un museo; 1'84,5% non è stato mai a un concerto. Il 75,9% non ha mai visitato un sito archeologico. Il 69,2% non ha praticato nessuno sport. Il 69,4% dei minori non ha letto libri. Il 33,4% non ha mai navigato in internet. «La povertà educativa - dice l'assessore comunale all'Istruzione, Annamaria Palmieri, riguarda molto da vicino le scuole, perché se le scuole sono coinvolte dalla presenza di alunni il cui background culturale è totalmente distante dai percorsi formativi che loro seguono, spesso si trovano in difficoltà ad affrontare questi percorsi formativi: e qui abbiamo il problema della dispersione scolastica, degli analfabetismi funzionali, della difficoltà di interloquire con le famiglie, con insuccessi formativi e abbandoni scolatici». «Poi- sottolinea - c'è il tema del disagio sociale, che riguarda l'intera società, in particolare alcuni quartieri, e che non può essere affrontato solo dalle scuole». Per la presidente dell'Ordine degli psicologi della Campania, Antonella Bozzaotra, «il fenomeno della povertà educativa soprattutto nella città di Napoli ci vede impegnati e preoccupati. Colla- boriamo con l'Ufficio regionale del Garante per l'Infanzia e la Giunta comunale per rafforzare le sinergie necessarie a contrastare questo fenomeno, che deve vedere al centro di tutto non tanto i bambini quanto le relazioni tra adulti, giovani e adolescenti». (Fonte: Il Roma)
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