Fonte: Alessandra Caligiuri da Il Corriere del Mezzogiorno
Sorrento - Un biglietto per una città a più di ottocento chilometri in direzione nord e l'ammissione a una prestigiosa Università. In un Sud che ogni anno vede la maggior parte dei suoi giovani partire dopo le scuole superiori, questo potrebbe essere l'inizio del racconto di un viaggio di sola andata. Il ritorno contemplato solo per i periodi di vacanza, perché è più semplice iniziare a lavorare dove maturano i contatti presi durante gli studi. Non è andata a finire così, però, la storia di Valentina Stinga, responsabile per la provincia di Napoli di Coldiretti donne impresa. Nata a Sorrento nel 1989, ha fondato qui l'azienda agricola Rareche, dove coltiva le verdure seguendo i metodi tradizionali e recapita ai suoi clienti i prodotti in base alla stagionalità. A 18 anni anche lei aveva fatto le valigie, perché, racconta: «All'epoca era forte la voglia di fuggire da un piccolo centro, un presepe bellissimo, ma non senza difetti, dove si vive di turismo e c'è poco spazio per l'innovazione e in cui, come nel resto del Sud, le donne fanno fatica a farsi percepire come imprenditrici e in generale sul lavoro». Valentina si è laureata alla Bocconi a Milano, seguendo tutte le tappe del percorso accademico: triennale in economia aziendale e management, specialistica in marketing ed esperienze all'estero. Un percorso lineare che a un certo punto fa il giro e toma in dietro. «Non sono mai stata felicissima di vivere a Milano, poi sono molto affezionata a casa mia, insomma, il mio carattere sta meglio al Sud. - chiarisce - Volevo portare a termine l'obiettivo, però il giorno dopo la laurea sono tornata a vivere a Sorrento. Avevo avuto offerte di lavoro e opportunità di carriera, anche abbastanza importanti, in Italia e all'estero, ma ho detto di no».
A tanti potrà sembrare una scelta assurda, ma per Valentina tornare a casa è stato naturale. «È giusto che chi sta bene fuori cerchi opportunità altrove, ma non era la vita che volevo», dice. Tornata in Campania nel 2013, l'ex studentessa della Bocconi non inizia subito la sua attività agricola, ma lavora prima nell'azienda di famiglia che si occupa di trasporto di materiale ferroviario e dove, prima del suo arrivo, c'erano solo uomini. Dopo due anni, viene assunta nell'ufficio sorrentino di un portale americano di prenotazioni, ma alla scadenza del contratto passa da un impiego all'altro. Rareche nasce nel 2017, quando Valentina si trova di nuovo a dover scegliere se andare o restare. «Mio padre che ha un terreno qui nella penisola sorrentina mi aveva detto «perché non facciamo qualcosa?» L'idea era quella di mettere su un'attività turistica, però c'erano molti lavori da fare, nel rudere del campo non c'era l'acqua e l'elettricità. - ricorda - mentre aspettavo che le cose andassero avanti ho messo un paio di piantine, perché sono cresciuta mangiando le verdure coltivate nel nostro orto. Ad un certo punto, mi sono resa conto che non sapevo più cosa farmene di tutti quei prodotti. All'inizio li ho regalati, poi ho messo in piedi una pagina Facebook di questa mia nuova passione, e ho cercato di capire come avrei potuto ricavarne qualcosa. Mi faceva Ho detto no alle opportunità di carriera, il mio carattere sta meglio al Sud e così ho preferito mettere a frutto un terreno di mio padre piacere condividere e ho provato a farne un mini business». Così nel novembre dell'anno scorso inizia la sua attività e la chiama Rareche, che in dialetto vuoi dire radici. «Per me sono le radici che mi hanno riportato qui, ma allo stesso tempo volevo sottolineare il recupero di qualcosa che si sta perdendo, le tradizioni, perché non tutti quelli che vanno via tornano». L'agricoltura è il più tradizionale dei mestieri, ma guardare indietro non vuoi dire rinunciare a mettere in pratica Dal marketing all'agricoltura Valentina Stinga ha mollato i suoi studi universitari per dedicarsi alla terra: la sua azienda non a caso si chiama Rareche, che in dialetto napoletano vuoi dire radici gli studi, per questo Valentina ha un blog, dove racconta il suo lavoro. «Vengo dal mondo del marketing e non volevo perderlo, poi molti mi chiedevano se valesse la pena, se fosse un lavoro fatico, allora ho pensato di condividere la mia vita con tutti. Questo anche sta dentro un discorso di recupero dell'antico, perché ogni post finisce con la spiegazione di un proverbio napoletano».
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