venerdì 4 ottobre 2019

Storie. Ispettore della penitenziaria di Vico Equense diventato rapinatore

Gioco d’azzardo, la moglie: “A chi ama l’azzardo dico di fermarsi prima di rovinarsi la vita come è successo a mio marito.” 

Vico Equense - C'è chi ha perso tutto, persino la casa. Famiglie distrutte. Continua l’inchiesta de Il Mattino sul gioco d’azzardo. Oggi sul quotidiano la storia di Gianni (nome di fantasia) 61enne morto d’infarto di Vico Equense. Da ispettore di polizia penitenziaria a rapinatore seriale. La storia, raccontata da Ciriaco Viggiano, parla di debiti accumulati per 70mila euro e il desiderio irrefrenabile di tentare la sorte alle slot machine. Poi l’arresto nel 2010, per due rapine, il carcere, per poi intraprendere un percorso di rinascita. Allontanato dalla polizia penitenziaria, Gianni si imbarcò per sei mesi, per poi lavorare come lavapiatti: sacrifici indispensabili per pagare i debiti e sostenere il figlio. Per confondere la moglie, il poliziotto aveva persino cominciato a falsificare le buste paga. “Mio marito è morto perché devastato dalla rabbia e dal rimorso, dice la moglie, che dalle pagine de Il Mattino lancia un appello: “A chi ama l’azzardo dico di fermarsi prima di rovinarsi la vita come è successo a mio marito. Alle istituzioni, invece, chiedo di essere più presenti: bisogna limitare l’offerta di gioco se si vuole evitare ce migliaia di persone sprofondino nella disperazione”

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