giovedì 16 aprile 2020

Spiagge libere off-limits?

L’estate si avvicina, e si comincia a ragionare su come organizzarsi sui lidi balneari per impedire possibili contagi. Bocciati i box in plexiglas, che avrebbero cotto alla griglia i poveri bagnanti e trasformato l’estate in un incubo, si ragiona su come entrare in questa benedetta fase 2, e capire anche se potremo “entrare” in acqua. Social e carta stampata anche oggi suggeriscono delle soluzioni. L’obiettivo principale sarà evitare calche e assembramenti, soprattutto sulle spiagge dove non ci sono stabilimenti balneari, un problema che ora sindaci e governatori di tutt’Italia si stanno ponendo. Al momento non esiste ancora un indirizzo della regione Campania, anche se a breve De Luca convocherà gli operatori del settore per una conferenza dei servizi, e con loro fissare delle linee guida valide per tutti. Nessuno si sta concentrando invece sul tema delle spiagge libere. L’ipotesi che circola, che poi sarebbe anche la più semplice, è quella di renderle off-limits, poiché sono poco controllabili. La distanza sociale da osservare rende più agevole il compito alle città che hanno arenili vasti. Ma se la spiaggia è piccola? Qualcuno pensa a dei vigilantes, chiamati a un servizio di sorveglianza. Altri ragionano su uno scaglionamento per fasce d’età. Oppure ingressi limitati. Idee apprezzabili, ma realizzabili?

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