domenica 10 aprile 2022

Vico Equense. Il bollino De.Co per le eccellenze locali

Al via il percorso per ottenere la certificazione. Ricominciamo da Vico “Un fatto positivo e auspicabile. Perchè però vi sia una effettiva valenza ai fini della sopravvivenza delle nostre produzioni agroalimentari, occorre che vi sia un percorso rigoroso” 

Vico Equense - Il comune di Vico Equense ha avviato il percorso che porterà a ‘marchiare’ i prodotti locali con la Denominazione Comunale di origine promossa dal 1999 a livello nazionale dall’Anci e della quale fu padre Luigi Veronelli. Il Consiglio comunale all’unanimità ha dato il via libera al regolamento, per puntare sulle nostre eccellenze, e valorizzarle: tra queste ci sono, senza dubbio, proprio le prelibatezze enogastronomiche locali. Se per prodotti come il provolone del monaco c’è già il riconoscimento Dop, ce ne sono altri made in Vico Equense che non hanno ottenuto denominazioni a livello nazionale, e che dunque possono rientrare tra quelli De.Co, ottenendo una certificazione che mira a tutelare e valorizzare prodotti tipici, ma anche ricette. Per ottenerla, il Comune dovrà istituire una commissione di valutazione della quale faranno parte degli esperti e studiare un logo che potrà poi essere utilizzato sia dai produttori che si impegneranno a seguire le precise caratteristiche indicate nella certificazione depositata sia da chi servirà a tavola il prodotto stesso, come per esempio i ristoratori.


 

“La funzione della De.Co., - spiega il movimento politico Ricominciamo da Vico - perchè non sia assolutamente ininfluente, deve essere collegata al concetto di filiera. Ad esempio, non sarebbe utile denominare con questa, caci a pasta filata ottenuti utilizzando in tutto o in parte cagliata tedesca o polacca. Occorre definire con rigore i prodotti che presentano una precisa tipicità: ad esempio i prodotti caseari ottenuti con l'ormai poco latte locale, che non sono già protetti dal DOP Provolone del Monaco; oppure il pomodoro di Sorrento, vera tipicità del nostro territorio, individuando però a monte sia l'aspetto genetico (la varietà non è ben definita, nonostante se ne era proposto l'IGP alla Regione Campania) e il noce di Sorrento, questo una varietà proposta per l'IGP che ora è prodotta per il 90% nell'areale vesuviano esterno. Prodotti per cui è famoso il nostro territorio, come la pizza, potrebbero entrare solo sulla base di condizioni che leghino almeno parte degli ingredienti al territorio”. Per quanto riguarda l’istituenda commissione per la De.Co., il movimento politico sottolinea che oltre a rappresentanti delle associazioni di categoria, dovrebbe farne parte anche dei tecnici, magari scelti sulla base di curriculum e non appartenenze politiche.

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