di Filomena Baratto
Ci sono libri che ci ostiniamo a non leggere o perché tutti ne parlano e allora sembra di averli letti, o per la mancata curiosità necessaria per cominciare. Letteratura è cultura, e per cultura s’intende coltivare il nostro spazio interiore e arricchirlo. Dostoevskij è l’autore giusto per arricchirci. Quando s’inizia la lettura di un suo testo, è come impegnarsi in un’impresa, non per la qualità della sua scrittura, ma per le cose che ti butta in faccia. Non è uno che te le manda a dire e nel bel mezzo della pagina e di tutte le pagine, ti assale con una parola, un’azione inaspettata, un pensiero ardito, un capovolgere la situazione. Capitare nei suoi libri è una bella fatica. Vi rivolterà dentro e fuori. E solo da una vita intensa e ricca di esperienze nasce una buona scrittura. Scrivere non è solo dare una bella forma alla pagina, ma trasmettere esperienze, emozioni, riflessioni. Tra le frasi famose di Dostoevskij, ricordiamo quella del protagonista del suo romanzo L’idiota, Myskin, nobile decaduto, che a causa della sua ingenuità è definito idiota, ma riesce a pronunciare una frase di tale profondità: “La bellezza salverà il mondo”. La frase acquista un tale significato da diventare un manifesto di vita. Ciò che di buono partorisce la nostra mente, cui diamo una veste artistica, costituisce il cuore della vita e implica il concetto di bellezza. Ciò di noi che non tramonta, di più intenso che riusciamo a tirare fuori attraverso le emozioni e l’intelligenza. Dostoevskij basterebbe da solo a riempire le nostre giornate di “bellezza”, ma non è l’unico autore che dovremmo leggere. Tra gli altri, che asseriamo di aver letto ma che di solito si lascia dopo poco averlo iniziato è Alla ricerca del tempo perduto di Proust. Andrebbe letto a piccole dosi quotidianamente.
Dopo aver scorso circa duemila pagine, si ricomincia di nuovo, rileggendolo attraverso le nostre impressioni nelle parti sottolineate, quelle che hanno colpito, quelle degne di note a margine. Si rilegge anche per rivedere intere frasi che forse ci dicono cose diverse da quando lo abbiamo letto la prima volta. D’altra parte è un testo di lunga gestazione, quindici anni, e leggendolo è riscoprire una vita da tutti i punti di vista. Altra epoca, altro autore, altro libro: Guerra e pace di Tolstoj, quasi millecinquecento pagine, dove puoi studiare, oltre alla trama del romanzo, la storia di due famiglie, i Bolkonskij e i Rostov, anche quella della campagna napoleonica in Russia nel 1812. Un affresco di storia per mezzo di altre. Così I promessi sposi, o La Bibbia, l’Odissea. Leggerli è un conto, sentirne parlare un altro. Le loro parole ti cambiano, ti fanno scoprire altro di te, è come se il libro leggesse te, e ti vedi spiegato tra le pagine. Tutti hanno sentito parlare de I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni e sembra quasi di conoscerli bene. Quante volte abbiamo sentito parlare di Don Abbondio, Perpetua, Lucia, Agnese. Più difficile, se non è stato letto, conoscere il personaggio del Conte zio, di Donna Prassede, di Tonio, di Ferrer, dell’Innominato. E cosa si sa della rivolta del pane, della dominazione spagnola in Italia, della peste, padre Cristoforo che diventa frate in seguito a un omicidio, Bettina, del rapimento della sposa, della scommessa di Don Rodrigo. Solo leggendolo, inoltrandosi tra le pagine, come un incamminarsi nei vicoli di una città e non solo nelle strade principali, si può avere il profondo valore di un romanzo storico. Certe frasi restano, certe parole non vanno più via, certi incipit diventano famosi per il gran numero di lettori avuti e sappiamo anche di certe frasi o modi di dire di determinati autori. Chi ha letto Il giovane Holden saprà che l’autore ha fatto incetta di “Ad ogni modo” e “compagnia bella” per ricalcare il linguaggio dei giovani come il protagonista, Caulfield Holden. I classici sono quei testi, secondo Italo Calvino, che non finiscono mai di insegnare. E la lista potrebbe continuare. Il bello dei libri è che allungano la nostra vita, dandogliene altre, moltiplicano dentro di noi infinite possibilità. E molti credono che la vita non riesca a contenere tutti i libri che si vorrebbero leggere. Quello che non si sa è che i libri scelgono noi e, quando arrivano, ogni spazio e tempo sono giusti.
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