sabato 15 luglio 2023

Vico Equense. Pasquale Paola, il ricordo 41 anni dopo

Il fratello Tonino: amava la vita, vogliamo lanciare messaggi positivi 

Vico Equense - "Siamo addolorati ma anche onorati di essere la famiglia di Pasquale Paola. Cerchiamo sempre di fare in modo che la commemorazione non sia un momento triste, ma positivo che renda vivo il ricordo di mio fratello, promuova il rispetto per le forze dell'ordine e coinvolga le nuove generazioni." Cosi Tonino Paola (foto), fratello del compianto Pasquale, originario di Vico Equense, medaglia d'oro al valore civile, caduto in un agguato delle Brigate Rosse a Napoli nel lontano 1982 mentre era in auto con l'allora capo della Squadra Mobile di Napoli, il vice questore Antonio Ammaturo. Una giornata per ricordare, per non dimenticare il sacrificio di uno dei servitori dello Stato caduti nell'adempimento del proprio dovere: ma anche per offrire riconoscimenti a chi si è distinto in importanti operazioni di servizio. È questo lo spirito con il quale oggi si celebra la seconda edizione del “Premio Pasquale Paola, Città di Vico Equense”, istituito alla memoria dell’agente scelto ucciso il 15 luglio del 1982 in piazza Nicola Amore a Napoli insieme al dirigente della Squadra Mobile Antonio Ammaturo. La cerimonia si è tenuta nell’atrio dello storico palazzo comunale. Qui sono stati premiati il vice questore Nicola Donadio, il maresciallo Giuseppe Ferraro, il sovrintendente Gennaro Savarese, il sovrintendente Santo Spoto, il vice sovrintendente Raffaella Alfano, il vice sovrintendente Michele Russo, le assistenti Imma De Martino e Ilenia Marano e la sezione della Polizia Stradale di Sorrento. Ma chi era Pasquale Paola? “Un giovane con il forte senso del dovere, l'attaccamento alla divisa, ma anche un appassionato della vita che amava trascorrere le giornate estive alla marina di Vico - dice Tonino Paola -. Il suo amore per la vita lo manifestava anche raccontando barzellette, era eccezionale. Ricordo un aneddoto che dà la cifra di come fosse mio fratello. Ero allievo carabiniere di stanza a Trino. Lui mi raggiunge. La sera dovevamo vederci, ma il Maresciallo di guardia non mi fece uscire: avevo i capelli non in perfetto ordine. E mi disse: mica possiamo sfigurare con la polizia? Quando glielo raccontai, mi disse: eh, voi carabinieri state indietro rispetto a noi. E ridemmo insieme di questo inconveniente".

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