sabato 2 settembre 2023

Vico Equense. Rimpasto in giunta: ma a che serve?

Vico Equense - Agosto è finito e diciamo che ce ne siamo accorti: dopo tanto caldo è arrivato un po’ di fresco. Ce ne accorgiamo anche dai timidi segnali di risveglio della politica. Rimpasto. È questa la parola che circola nelle discussioni. Una parola pesante che evidenzia, qualora ce ne fosse bisogno, un dato: l’amministrazione comunale vicana non cammina come dovrebbe. Il fatto, poi, che ad invocare un cambio di passo sia pure qualche esponente della maggioranza consiliare, come se da parte loro si fosse registrata finora una qualche azione amministrativa degna di nota, taglia la testa al toro. La questione, ad una prima occhiata, sembra addirittura banale: le cose non funzionano, quindi si cambia. Liscio come l’olio. Ma noi che abbiamo qualche difficoltà di apprendimento, ci poniamo la seguente domanda: a cosa serve questo rimpasto? L’interrogativo nasce da una serie di considerazioni: 

1) Gli assessorati che caratterizzano maggiormente l’azione amministrativa sono quelli pesanti: lavori pubblici, urbanistica, servizi sociali (delega che ha mantenuto il sindaco); 

2) Il sindaco non può assolutamente rimuovere gli assessori Luigi De Martino e Benedetto Migliaccio, delegati ai due assessorati di cui al punto 1; 

3) L’assessore al Turismo, Ciro Maffucci, visto da più parti come vittima sacrificale, è per una serie di circostanze fortuite non di facile sostituzione; 

4) Gli unici assessori che veramente rischiano in questo momento sono quello al bilancio, che è un tecnico napoletano, espressione di Andrea Buonocore, presidente del consiglio comunale, poltrona che vale come un assessorato.

 

Per alcuni non gli spetterebbe più nulla, ma da quando trapela Buonocore vuole il suo consigliere Franco De Simone Assessore, per liberare il posto in consiglio al primo dei non eletti della sua lista civica. L’altro a “rischiare” - si fa per dire - è Federica Leone, che ha una serie di deleghe tra cui le politiche giovanili, gli eventi e altro (non propriamente deleghe pesanti).

Insomma, se si analizza in maniera fredda la questione si possono ipotizzare due finali: 1) Il rimpasto non si farà e se sì, sarà un’operazione talmente marginale da non determinare manco lontanamente un cambio di passo; 2) Si porrà in essere un’azione talmente rivoluzionaria da obbligare il sindaco a sfidare la sua stessa maggioranza, in consiglio comunale e fuori. Settembre è appena iniziato, ed è presto per dire come andrà.

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