Il Prefetto Michele di Bari |
Napoli - Il 50% delle interdittive antimafia emesse nella provincia di Napoli nel triangolo tra Castellammare, Pompei e la Penisola Sorrentina. E' qui che la criminalità organizzata sta cercando di mettere le mani sulle imprese del territorio interessandosi ad appalti e alla pioggia dei fondi del Pnrr. Ed è qui che la prefettura di Napoli è intervenuta con una task force per il controllo delle attività. In 6 mesi scoperto un giro d'affari da 50 milioni di euro su cui la criminalità aveva acceso i riflettori. I numeri dei controlli La prefettura di Napoli nei primi sei mesi del 2024 ha emesso 120 interdittive antimafia. I settori in cui principalmente operano le aziende raggiunte dal provvedimento sono costruzioni, consulenze e servizi vari, onoranze funebri, servizi ambientali e gestione rifiuti, ma anche commercio, somministrazione alimentari e bevande, settore agricolo, carburanti e strutture alberghiere. I dati sono stati illustrati dal prefetto, Michele di Bari, nel corso di una conferenza stampa che ha visto la partecipazione dei vertici delle forze dell'ordine e dei componenti del Gruppo interforze antimafia. Secondo i numeri riferiti, il fatturato delle imprese interdette è pari a 49.909.800 euro. Per quanto riguarda la collocazione delle aziende interdette, 34 sono nella città di Napoli e 86 nel territorio dell'area metropolitana di cui 42 nell'area meridionale nei Comuni di Pompei, Castellammare di Stabia e penisola sorrentina; 23 nell'area di Giugliano; 18 nell'area nolana; 3 nell'area flegrea e isole. Nell'ambito dell'attività di prevenzione antimafia, la prefettura di Napoli ha altresì avviato 338 istruttorie per lavori finanziati con fondi Pnrr dedicati a progetti di rigenerazione urbana e Piani urbanistici integrati.
Nel corso del primi sei mesi dell'anno, inoltre, il Gruppo interforze ha effettuato 16 accesi ispettivi in cantieri con particolare attenzione a lavori edili (73 per cento) e al settore della logistica e trasporti (27 per cento) finalizzati alla prevenzione dell'infiltrazione mafiosa, alla tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro e al contrasto al lavoro nero. L'allarme del prefetto «Nel nostro territorio abbiamo numeri che, a mio giudizio, sono importanti e che superano di gran lunga le altre province della Campania. Il contesto economico dell'area metropolitana di Napoli sta vivendo un momento di sofferenza e noi dobbiamo avere grande attenzione verso l'economia reale, leale e di libera concorrenza assicurando la legalità e portando alle luce le opacità che è giusto siano eliminate», spiegato il Prefetto di Napoli, Michele di Bari che ha posto l'accento sulla «valorizzazione» dello strumento degli accessi ispettivi ai cantieri a seguito dei quali «spesso sono riscontrate diffuse illegalità». Altro strumento di contrasto all'illegalità che la Prefettura sta favorendo è la stipula di protocolli di legalità. «In questi mesi ne abbiamo già sottoscritti tre - ha sottolineato - e altri quattro sono in fase istruttoria. Sono uno strumento che consente di avere una maggiore attenzione su determinate attività tra cui la sicurezza sui luoghi di lavoro. Ritengo siano uno strumento importante e anche indice della presenza di collaborazione istituzionale tra pubblico e privato e ci consente di conseguire notevoli risultati». Nel concludere il Prefetto ha evidenziato che «a fronte delle 120 interdittive, ci sono migliaia di altre imprese che sono iscritte nella white list e dunque c'è un patrimonio di imprese che sono pulite, che rispettano determinati canoni di legge»
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