martedì 23 luglio 2024

No Autonomia differenziata

La sfida parte da Napoli «La riforma fa male al Sud» Oggi alle 18 davanti al Municipio assemblea pubblica del comitato promotore. Giovedì arriva anche Renzi, incontrerà De Luca e i consiglieri regionali 

di Roberto Russo - Il Corriere del Mezzogiorno

È Napoli la città simbolo nella battaglia contro l'Autonomia differenziata. Dal capoluogo della Campania oggi il comitato referendario lancia la sfida nazionale contro la riforma voluta fortemente dalla Lega e approvata alla Camera dalla maggioranza di centrodestra. Appuntamento alle 18 in piazza Municipio il comitato referendario costituito in città, di cui fanno parte Cgil, Uil, le forze politiche che hanno sottoscritto il quesito referendario e le associazioni e i movimenti de «La Via Maestra», terrà un primo evento pubblico nel quale verranno illustrate le ragioni del «no» alla legge Calderoli e verranno raccolte le firme a sostegno del referendum. Non ci molto tempo, da oggi appena 46 giorni, per raccogliere e depositare le 500mila firme necessarie in Cassazione per l'indizione del referendum popolare, con l'obiettivo di andare alle urne nella primavera del 2025. Intanto, a dare man forte alla mobilitazione contro l'Autonomia, scende in campo il leader di Italia Viva, l'ex premier Matteo Renzi che sarà giovedì a Napoli per testimoniare il proprio impegno nella raccolta delle firme necessarie. «È cominciata la campagna di raccolta firme per il referendum contro l'autonomia differenziata esordisce Renzi.

 

È una legge che intralcia con la burocrazia le aziende del nord e che alimenta le diseguaglianze specie sanitarie al sud. Se raccoglieremo mezzo milione di firme aggiunge e si andrà al referendum a quel punto potrà accadere di tutto. Perché Meloni dovrà fare una campagna elettorale disperata contro il quorum. E se si raggiunge il quorum il governo va a casa. Giovedì 25 alle ore 11 a Napoli organizziamo un primo momento di incontro con i consiglieri regionali di tutta Italia, ospite del capogruppo di IV Tommaso Pellegrino, alla presenza del presidente Vincenzo De Luca». La battaglia contro l'Autonomia differenziata ha unito le opposizioni di centrosinistra: dai Verdi al M5S, al Pd fino ad Azione, ma ha anche mobilitato i principali sindacati a partire dalla Cgil e dalla Uil. Ma alla grande mobilitazione partecipano anche centinaia di associazioni in tutta Italia. Obiettivo ambizioso: raggiungere entro il 6 settembre prossimo 500 mila firme per poter proporre il referendum abrogativo. In alternativa, come prevede l'articolo 75 della Costituzione, resta pur sempre il ricorso a cinque consigli regionali che potrebbero chiedere l'indizione del referendum. Tuttavia i partiti di opposizione con la raccolta delle firme intendono anche lanciare un segnale di chiara sfida politica al governo Meloni. Di qui la sottolineatura di Renzi: «Se si raggiunge il quorum il governo va a casa». I promotori ostentano ottimismo: «Siamo partiti sabato in tutta Italia con tanti banchetti e abbiamo avuto un riscontro molto positivo sia di persone che vengono sapendo cosa firmano, sia di persone che chiedono a cui si spiega cosa prevede la legge e quali possono essere riflessi. Siamo molto soddisfatti». Lo spiega Ivana Veronese, segretaria confederale della Uil e vicepresidente del comitato promotore del referendum sull'Autonomia. «Io continuo a dire che questa legge riguarda tutte le persone e riguarda i nostri diritti di cittadinanza in tutta l'Italia», aggiunge. Le fa eco il parlamentare dem Marco Sarracino, responsabile Mezzogiorno del Pd: «Già nello scorso week end il Pd che fa parte del comitato nazionale contro l'autonomia differenziata ha raccolto centinaia di firme per il referendum spiega e ora cominciamo anche nelle piazze di Napoli che in questi mesi è stata una delle città da cui è emerso un grande dissenso nei confronti del provvedimento». Sarracino sottolinea che i banchi per la firma ci saranno «nel prossimo week end in provincia di Napoli - ha spiegato - dove saranno allestiti molti banchetti nelle piazze dei nostri Comuni per firmare. C'è una spinta forte contro una legge che danneggia non solo il Mezzogiorno ma l'economia e la coesione di tutto il Paese e quindi ora la nostra deve diventare una battaglia di carattere popolare. Anche per questo motivo da domani si parte in piazza a Napoli e intanto il Pd ha fatto anche una interrogazione per far sbloccare la raccolta firme on line per far partecipare la popolazione alla firma. Ci vogliono nuove strade per il referendum, perché è difficile chiedere alle persone di venire a sottoscrivere la richiesta in luoghi non sempre facili da raggiungere come gli uffici comunali, per questo proviamo ora ad allargare il fronte maggiormente possibile».

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