mercoledì 4 settembre 2024

«Amalfi un parco a tema» il Washington Post critica il caos in Costiera

Il quotidiano statunitense denuncia gli ingorghi di autobus sulle strade 

IL CASO 

di Mario Amodio - Il Mattino

Prima Bologna, definita un "mangificio" dal New York Times. Ora la Costiera Amalfitana, che un altro autorevole quotidiano Usa come il Washington Post non esita a bollare come un "parco a tema per i turisti". La stampa d'oltreoceano in meno di un mese, spara ad alzo zero sul Bel Paese. Prendendo di mira alcuni dei luoghi simbolo dell'Italia, mete da sempre del turismo internazionale. Tra questi proprio la Divina, che con gli States in questi anni ha incrementato i flussi di vacanzieri consolidando quell'importante connessione col mercato a stelle e strisce favorita dalla storica visita di Jackie Kennedy nel 1962. E dopo le prime bordate lanciate già nel periodo post pandemia dalla stampa estera (era il 2022 quando si registrarono le prime avvisaglie), la Costiera si trova nuovamente nel mirino dei media stranieri. E tutto a causa dell'overtourism che rischia di compromettere non solo la vivibilità dei residenti ma anche di minare il "sentiment" di un territorio da sempre ad alta vocazione turistica. E così, a distanza di qualche mese (era l'aprile scorso) dall'allarme lanciato dal Daily Mail - il quotidiano tra i più diffusi del Regno Unito sosteneva che serie tv come Ripley girato ad Atrani e mandato in onda da Netflix avrebbe contribuito a incrementare il turismo di massa - ecco che dalla capitale degli States arriva l'ennesimo "missile" d'inchiostro. L'articolo del Washington Post, dal titolo «Gli influencer hanno pubblicizzato la Costiera Amalfitana per anni.

 

Ora è un parco a tema», focalizza le proprie attenzioni sull'effetto prodotto dai social media che hanno in un certo senso contribuito a "mitizzare" ulteriormente il territorio generando un fenomeno come quello dell'overtourim che rischia di diventare incontrollabile. Secondo l'autrice dell'articolo piattaforme come Instagram e TikTok, seppur traboccando di immagini incantevoli, raccontano superficialmente la Costiera. E cioè solo la parte idilliaca: «Tra spiagge dorate, caffè all'aperto e tramonti mozzafiato che incorniciano la perfetta pausa aperitivo». Ma sotto quest'aulica facciata si nasconde, secondo il Washington Post, una realtà completamente diversa. E cioè quella di un territorio intrappolato tra la conservazione del suo fascino e l'assalto del turismo di massa. Uno stato dell'arte di cui sono consapevoli anche gran parte degli illuminati owner delle strutture ricettive extra lusso della zona. Infatti, appena il mese scorso, in un'intervista rilasciata a Il Mattino, Vito Cinque dell'Hotel San Pietro di Positano fu categorico: «Credo che si debba riflettere sulla situazione turistica in Costiera e mettere in atto politiche protezionistiche in senso intelligente. Altrimenti sarà il mercato a farlo: subiremo le decisioni e forse saremo costretti ad adeguarci quando sarà tardi. Non c'è nessuna destinazione al mondo che è in grado di vivere di rendita», disse. A fargli da eco, all'indomani della scudisciata del quotidiano statunitense è Salvatore Gagliano, secondo cui il Washington Post «con un articolo molto ben argomentato, ha di fatto bocciato la Costiera Amalfitana». 

GLI ALBERGATORI

«È un grido di allarme che deve far riflettere tutti noi - dice il proprietario del Grand Hotel Tritone di Praiano - Oggi il traffico è diventato un incubo per chiunque tenti di spostarsi fra Vietri e Positano: un flusso sproporzionato di auto e soprattutto di mezzi a due ruote che sfrecciano ad alta velocità mettendo a repentaglio anche la sicurezza delle persone. I collegamenti sono complicati ed onerosi, le spiagge affollatissime e molto costose. Tante altre sono le considerazioni da fare, e di certo non sono positive». Gagliano, che sottolinea un preoccupante calo di turisti sia americani che europei nell'ultimo mese di agosto, riscontrato non solo negli alberghi ma anche nelle case vacanze e nei ristoranti punta l'indice contro le politiche attuate fino ad oggi. «Si preferiscono feste di piazza poco apprezzate dai turisti, le vie del mare non sono adeguate e i posti auto mancano, visto che non è consentita la realizzazione di parcheggi in roccia come quelli di Amalfi o di Positano - tuona Gagliano - Poi si continua a sperare che palliativi come le targhe alterne e ausiliari per risolvere il problema del traffico. Abbiamo il dovere di lavorare duro per smentire articoli del genere condividendo una politica con tutti i livelli istituzionali e gli operatori turistici. Diversamente, tale situazione potrà solo peggiorare a tutto danno dell'economia locale».

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