lunedì 9 settembre 2024

Giovan Battista della Porta storia di famiglia tra Vico e Napoli

di Mariella Parmendola - La Repubblica Napoli

Vico Equense - Come si afferma una personalità eclettica, in grado, da Napoli, di influenzare fortemente il suo tempo, fino a diventare un protagonista del Rinascimento? Ricostruisce l'ambiente e il contesto economico- culturale in cui cresce Giovan Battista della Porta un libro che sceglie un'angolazione del tutto particolare. Lo dichiara, a partire dal titolo, l'autrice Alberta Maresca: " Nardo Antonio dela Porta padre del filosofo Giovan Batista", recita la copertina del testo a cura di Francesco D'Amato editore. Ma non basta a spiegare l'ampio lavoro di documentazione che ricostruisce la storia di Vico Equense e i suoi rapporti con Napoli capitale nel ' 500, ritessendo la trama della vita familiare del filosofo. E del padre, che riesce a stimolare, attraverso una formazione tra le mura domestiche, la curiosità enciclopedica del giovane intellettuale. Alimentati nel clima culturale della Napoli della seconda metà del Cinquecento, senza però mai perdere le radici con Vico Equense, satellite del regno e parte fondamentale della storia familiare, costruitasi anche sulle fortune del padre armatore. La cui crescita economica si deve anche al forte tessuto commerciale e marittimo della penisola sorrentina. Una stabilità che dà al pensatore napoletano l'opportunità di viaggiare, sin da piccolo, in Italia e nel mondo, sempre con il padre, che presta per quasi tutta la vita i suoi servigi all'imperatore Carlo V. Una vita prestigiosa per la fiducia di cui gode alla corte spagnola degli Aragona, che conferiscono a Nardo Antonio l'influente incarico di scrivano. E attraverso la sua figura, sottolinea l'autrice, si offre uno spaccato di un Mezzogiorno dinamico e dal forte tessuto imprenditoriale. "A livello più ampio - scrive Maresca - le vicende dei della Porta consentono di gettare lo sguardo su un Mezzogiorno colto, intraprendente e attivo, che ci fa intuire quanto ci sia ancora da imparare sulla sua storia".

 

Sorprende tra tutti, un episodio in particolare rispetto alle relazioni con i feudatari nel tardo medioevo, raccontato nel libro e che vede la famiglia del filosofo tra i protagonisti. Quando la popolazione di Vico Equense, sin da allora località turistica per i potenti, ma anche terra produttrice di vino esportato fino a Roma, trova il coraggio di coalizzarsi per chiedere giustizia contro un feudatario iniquo. Un fronte comune che permetterà ai ribelli di non subire ritorsioni per quella battaglia legale coraggiosa, seppure persa in partenza. Una ricostruzione storica della Napoli del '500, fuori da aneddoti e folclore. E in grado di spiegare le origini del filosofo "mago", da più studiosi contemporanei riletto oggi in chiave di rivalutazione.

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