Attesa per la pronuncia della Consulta sul ricorso di Palazzo Chigi contro la legge campana che apre alla ricandidatura di De Luca
di Dario Del Porto – La Repubblica Napoli
La Campania al bivio del terzo mandato. La Corte costituzionale tratterà mercoledì prossimo, 9 aprile, in udienza pubblica, il ricorso della presidenza del Consiglio dei ministri contro la legge regionale numero 16, approvata a novembre 2024, che consente a Vincenzo De Luca di ricandidarsi per il vertice di Palazzo Santa Lucia superando il limite delle due elezioni consecutive. Il relatore è il giudice costituzionale Giovanni Pitruzzella. Per Palazzo Chigi discuteranno gli avvocati dello Stato Ruggero Di Martino ed Eugenio De Bonis, per la Regione ci saranno gli avvocati Giandomenico Falcon, Aristide Police e Marcello Cecchetti. La decisione della Consulta inciderà in maniera profonda sugli assetti politici non solo campani. Un eventuale accoglimento del ricorso del governo taglierebbe fuori De Luca dalla corsa e avrebbe ripercussioni in futuro anche su altre regioni, come il Veneto, oltre che sui progetti di modifica delle norme per i sindaci. In caso di rigetto, con il governatore di nuovo in campo, la partita elettorale del 2025 cambierebbe radicalmente volto. Riepiloghiamo. La riforma dello statuto regionale, nel recepire la disposizione costituzionale che fissa il limite di due elezioni consecutive per i presidenti di Regione, fa decorrere il computo dei mandati da quello attualmente in corso. Per Palazzo Chigi questo è " in evidente contrasto" con tre articoli della Costituzione: il 122, che affida al legislatore statale la disciplina del sistema elettorale e della durata degli organi elettivi delle Regioni, il 3 e il 51 sui principi di uguaglianza e ragionevolezza.
«Al di là delle questioni di merito - argomenta il costituzionalista Michele Della Morte - il divieto di terzo mandato risponde a un logico ricambio della rappresentanza politica e alla necessità di porre vincoli a cariche monocratiche che altrimenti acquisirebbero potere troppo significativo. Si registra però anche una tendenza contraria, ad esempio per quanto riguarda i sindaci, che spinge per lasciare la scelta agli elettori». La sentenza modificherà sensibilmente lo scenario politico. I vertici del Pd guidati dalla segretaria Elly Schlein si sono più volte espressi contro il terzo mandato e lavorano per riproporre il modello di "campo largo" che ha portato all'elezione del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. Come si regoleranno i dem se la Consulta dovesse respingere il ricorso e ritenere De Luca rieleggibile? L'ipotesi più probabile è quella della corsa solitaria del presidente uscente, con spaccatura del centrosinistra a tutto vantaggio dello schieramento contrapposto. Se la Corte dovesse costringerlo al passo indietro, De Luca potrebbe provare a imporre al Pd un candidato di propria fiducia, come il vice Fulvio Bonavitacola o l'assessora Lucia Fortini, minacciando in caso contrario di schierare un suo fedelissimo come "terzo incomodo". Sul tavolo del centrosinistra il nome forte al momento è quello dell'ex presidente pentastellato della Camera Roberto Fico, mentre si è chiamato fuori il procuratore di Perugia Raffaele Cantone, in procinto di tornare in Campania «ma solo come magistrato». A destra il quadro è ugualmente complesso, come una partita a scacchi con tre giocatori, uno per ogni partito della coalizione. Dopo l'arresto della segretaria nel caso Huawei, il frontman di Forza Italia Fulvio Martusciello ha fatto un passo indietro e nel partito ora si spinge per convincere l'ex presidente di Confindustria Antonio D'Amato. Ma c'è da fare i conti con il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli, uno dei big di Fdi, il partito della premier Giorgia Meloni, e con le spinte che in casa Lega vorrebbero dirottare in Campania il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, che invece è riluttante e ha fatto nei giorni scorsi il nome di Gianpiero Zinzi, per lasciare il Viminale al leader Matteo Salvini. Ma è chiaro che la presenza o meno di De Luca influenzerà sensibilmente la partita. In vista di mercoledì, il governatore ostenta serenità. Qualche giorno fa, sul palco di " Repubblica insieme a Scampia", rispose così alla domanda del caporedattore Ottavio Ragone: «Il 5 aprile festeggiamo san Vincenzo e il 9 continueremo a festeggiare». Per la carriera di De Luca e per il futuro della Campania, il bivio della Consulta si avvicina.
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