sabato 14 gennaio 2012

Multe per chi sfama i randagi

Vico Equense - Costerà dai 25 ai 500 euro di multa il pietoso gesto di dar da mangiare ai randagi, cani o gatti che siano, tanto sul suolo pubblico quanto sulle proprietà private. Lo ha deciso una ordinanza emessa dal sindaco Gennaro Cinque che contempla inoltre per i proprietari di edifici esposti alla nidificazione ed allo stazionamento abituale di piccioni l’obbligo di intervenire a proprie spese per la pulizia e per l’asporto di carogne su cornicioni, soffitti e terrazzi. Da oggi, dunque, bisognerà fare molta attenzione perché il semplice, abitudinario e caritatevole gesto per sfamare gli animali peserà sul portafoglio dei cittadini come una nuova tassa. Non solo. L’ordinanza è valida per tutto il territorio comunale, comprese le aree private al fine di impedire il proliferare delle specie, oltre che lasciare scarti di prodotti ortofrutticoli e di altri generi commestibili in prossimità di mercati, esercizi pubblici e commerciali. Cani e gatti randagi per sfamarsi hanno da oggi un nemico in più, oltre al servizio di accalappiacani pagato dallo stesso ente comunale, visto che sarà ritenuto reato anche la carità della anonima manina che fuori dal proprio uscio concede ai randagi gli avanzi del pasto. Che se inseriti nelle buste per la raccolta dell’umido finirebbero comunque sparsi per strada in attesa di essere ritirati all’alba del giorno dopo. L’ordinanza non è stata ovviamente bene accolta dagli animalisti e da coloro che amano cani e gatti che da oggi si vedranno privare del proprio diritto di affetto e tenerezza verso i bisognosi randagi presi a calci da tutti, adesso anche dal Comune. Inoltre l’ordinanza sembrerebbe in netto contrasto con le leggi che tutelano gli animali stessi con il pretesto di preservare condizioni igienico e sanitarie spesso non rispettate nemmeno dagli esseri umani. Dove andranno a mangiare ora cani e gatti? E piccioni, colombi e gabbiani potranno ancora sorvolare gli edifici o saranno presto abbattuti? Per gli animalisti l’ente comunale farebbe meglio ad individuare un’area dove le mani caritatevoli dei cittadini potranno sfamare i randagi con i propri avanzi, un’area che non sia quella di un oscuro canile sovraffollato. (Fonte: Vincenzo Maresca da il Giornale di Napoli)

3 commenti:

enniovico ha detto...

In primis, non mi pare che la scelta tenti di rafforzare il sentimento di civiltà cui dovrebbe tendere una città come Vico espressione di bellezza, evidentemente benedetta dal creatore. Non a caso un illustre letterato diceva: "dimmi come tratti gli animali e dirò chi sei". Credo che prima ancora che ci si scandalizzi degli escrementi o della pipì di detti animali (che in verità mi è capitato soltanto raramente rilevare) si sarebbe dovuto anteporre il rispetto od il voler vedere ben applicate le norme che contemplano l'abbandono od il maltrattamento degli animali; mi ritengo deluso ed indignato al tempo stesso,Ennio Colletti.

Presidente Associazione ha detto...

Un'ordinanza illegale , dato che nessuna legge vieta di sfamare i randagi!!!!

shakira ha detto...

ordinanza crudele, illecita e illegale come tante altre passate bocciate dai vari TAR e dal Consiglio di Stato.
In questo momento di grave difficoltà economica il sindaco dovrebbe tutelare i suoi concittadini ed evitare un inutile sperpero di fondi della collettività per istruire opposizioni inutili e perdenti al TAR.
Gli animali non devono essere penalizzati per il comportamento scorretto di alcuni cittadini, peraltro facilmente individuabili e sanzionabili per la mancata raccolta dei residui di cibo.
Privare gli animali del sostentamento rientra nel reato di maltrattamento e non risolve il problema del randagismo.
Il mezzo più efficace ed etico per prevenire e combattere questo fenomeno è la sterilizzazione oltre alla microchippatura degli animali, operazioni da concordare e coordinare con Asl e associazioni protezioniste.