lunedì 22 ottobre 2007

Che acqua beviamo?

GORI - L'acqua è un diritto fondamentale, senza rilevanza economica, e dovrebbe essere sottratto alle logiche di mercato. La proprietà e la gestione di questa risorsa collettiva andrebbero affidati ad enti totalmente pubblici, superando il concetto di società per azioni private (o anche partecipate dagli enti locali). L’emergenza idrica che sta interessando i Paesi Vesuviani, riporta l’attenzione su un problema che ha radici profonde. Il problema dell’acqua, tra siccità, sprechi, condotte colabrodo e privatizzazioni, continua ad occupare il primo posto nella stampa locale. Molto si è detto anche sulle perdite, dovute alla vetustà, della rete di distribuzione, che raggiungono il 40% dell'acqua immessa. La Gori S.p.A. ha assunto, prima, la gestione del ciclo integrato delle acque in tutto il territorio della Penisola Sorrentina e, successivamente, per fasi graduali, di altri 63 Comuni, tra cui i 21 dell'Acquedotto Vesuviano. Attualmente è controllata congiuntamente dall'Ente d'Ambito Sarnese-Vesuviano (ATO3), con il 51% del capitale sociale, e dalla società Sarnese Vesuviano S.r.l. con il 37% circa, soggetti tra cui intercorrono appositi patti parasociali. Il Consorzio Gori vede insieme alla quota pubblica detenuta dall’ATO stesso la compartecipazione di Enel-Hydro, controllata dal colosso francese Vivendi, della ex municipalizzata ACEA. La Gori, quindi, dovrebbe essere responsabile del servizio idrico integrato, che comprende rete di distribuzione e qualità dell’acqua. Quello che emerge mostra una realtà nebulosa fatta di risorse finanziarie sprecate, milioni di euro assegnati con la procedura della somma urgenza, senza appalti. Anche la qualità dell’acqua in alcune aree dei comuni di Ercolano, Portici, San Giorgio a Cremano e Torre del Greco, a causa dell’annoso problema connesso con la eccessiva presenza di fluoruri e nitrati se ne sconsiglia l’uso. Il Sindaco di Portici Vincenzo Cuomo chiede che i vertici della Gori si dimettano.

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