venerdì 7 novembre 2008

Casale in Toscana, l'ex proprietaria: anche Bassolino trattò

L'ex proprietaria del casale di Farneta che risulta appartenere a Pino Petrella ricorda bene: alle trattative per l'acquisto prese parte anche Antonio Bassolino. Orsola Polezzi, questo il nome della donna, lo ha raccontato ai pubblici ministeri Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, che indagano sui presunti illeciti nella gestione dei rifiuti in Campania. La circostanza emerge dalle motivazioni della sentenza con cui il Riesame ha ritenuto legittimo il sequestro nei luoghi di residenza e domicilio di Petrella. Tra gli oggetti sequestrati, un assegno di 81 milioni di lire staccato da Bassolino a Petrella. Il governatore è indagato per concorso in inquinamento e mancata bonifica dei luoghi: vicenda collegata al processo — la cui prossima udienza è fissata per mercoledì prossimo — in cui è imputato assieme agli ex vertici di Impregilo. «Si evidenzia la circostanza — scrivono i giudici del Riesame — che detto reato è caratterizzato dal dolo specifico del conseguimento di un ingiusto profitto. Di qui la pertinenza dell'accertamento relativo agli acquisti patrimoniali riferibili per interposta persona al Bassolino ed alla ricostruzione dell'ammontare delle somme impiegate e dei relativi flussi». Quanto ai «fondati motivi» che hanno legittimato la perquisizione ed il sequestro, «va evidenziato che, a differenza di quanto dedotto dalla difesa, essi non si sostanziano in meri sospetti o opinioni soggettive dei pm». Oltre alla testimonianza della precedente proprietaria del casale di Farneta, i giudici (Annalisa De Tollis, Antonia Napolitano Tafuri e Luigi De Magistris) citano le fatture emesse dalla «Banelli impianti srl», la ditta di Cortona che realizzò l'impianto elettrico e quello idrico. «In tali fatture, emesse nei confronti della Ciemme di Pozzuoli in data 4 giugno 2007 (poco più di un anno fa, dunque, ndr), viene espressamente menzionato l'espletamento di lavori di impiantistica «come da preventivo presso appartamento Bassolino sito in località Farneta ». I giudici del Riesame parlano poi di «formidabile riscontro documentale di fatture aventi a oggetto lavori eseguiti presso dimore attribuite a Bassolino, ma intestate ad altri soggetti» e di «necessità di occultamento di flussi finanziari che va verificata». Per lunedì prossimo, intanto, è fissata l'udienza preliminare dell'inchiesta «Rompiballe ». Venticinque gli impu-tati, tra cui l'ex subcommissario Marta Di Gennaro. Stralciate dal procuratore le posizioni di Alessandro Pansa, Corrado Catenacci, Ciro Turiello, Claudio De Biasio, Armando Cattaneo ed Enrico Pellegrino. La clamorosa decisione di Lepore sarà discussa dal consiglio giudiziario il primo dicembre prossimo: i pm Noviello e Sirleo, che non l'hanno condivisa, hanno infatti presentato alcune osservazioni. Ci sarà un confronto tra la posizioni dei due sostituti e quella di Lepore e dell'aggiunto Aldo De Chiara, coordinatore della sezione. Il consiglio valuterà poi se archiviare o inviare gli incartamenti al Csm. (Titti Beneduce da il Corriere del Mezzogiorno)

Rifiuti, il conto degli sprechi: Bassolino, Marone e Iervolino paghino 34 milioni

Nessun commento: