lunedì 3 novembre 2008

Qui PD sta per partito diviso o anche pastrocchio...

Meta - C’è ancora qualcuno in giro che si chiede perché il PD ha perso le ultime elezioni. Anzi perché le ha quasi sempre perse ogni volta che si è trovato di fronte l’immarcescibile Cavaliere, campione di quel pensiero unico che tanto dispiace ad un centro-sinistra frammentato in mille rivoli ideologici e polemici. Basterebbe un giro in quel di Meta per capire qual è il vero male del centrosinistra in generale e di quello paesano in particolare: gli strateghi del PD nazionale dovrebbero fare del “caso” Meta un osservatorio privilegiato, porre il paese Meta all’attenzione del Paese Italia. Infatti al di là dei quotidiani annunci sulla stampa locale all’insegna del “dobbiamo lavorare [!] e confrontarci per il bene [!] del paese [uhà!]”, la verità del PD metese è che è un partito partito (participio passato di partire) già diviso, in cui si covano vecchi odi politici e attuali forti personalismi apparentemente insuperabili nonostante i proclami e le buone intenzioni domenicali. Vediamo dunque come sono composte le fazioni PD a Meta, al cui confronto le palestinesi di Hamas, Al Fatah e dei Martiri di Al-Aqsa fanno la figura di una compatta e unitissima compagine. In primis c’è il gruppo degli ex-dc, poi ex-partito popolare, poi exmargherita, poi ex-parte di margherita, poi parte di ex-parte di margherita, che si riunisce da anni in un locale giù alla putechella (ovvero botteguccia), come a Meta si indica questo posto in dialetto: un negozio di pochi metri quadrati che secondo alcuni porta anche sfiga dopo che il mio amico ing. Izzo, che tuttora dirige l’aldabaran, vi si ruppe un braccio durante la ristrutturazione. Come dice Antonino De Angelis nel suo bel libro sui Soprannomi di persone e luoghi della penisola sorrentina, anche i micro-toponimi significano sempre qualcosa e hanno un potere sui luoghi: per cui costoro che da anni lì si riuniscono, a furia di distinguo, precisazioni, chiarimenti, divisioni del capello e scissioni dell’atomo fino al neutrino, stanno trasformando la politica locale proprio in una putechella, che in napoletano figurato significa invece una cosa poco seria. In secundis c’è il gruppo degli ex-DS (che già annoverava ex-PSI, che a sua volta aveva annesso ex-PRI), ex-PCI e nuovi arrivi, come l’originario signor Tito diventato ragioniere sui banchi di scuola e della politica. Al momento la leadership di questo gruppo, che si riunisce nella sede storica del PCI al Mulino, è contesa tra il vecchio (neanche poi tanto) leone ex-Sindaco Sassi, che brandisce come una minaccia lo spauracchio di una propria lista alle prossime elezioni, e l’irrispettoso allievo Tito che un giorno sì e un altro pure ne “spara” qualcuna. Tertius c’è il gruppo degli amministratori d’area, quelli della maggioranza che per lealtà verso il Sindaco non si sono mai dichiarati del PD, pur avendo partecipato a tutte le chiamate alle urne: primarie, secondarie, circolari, sezionali, condominiali, familiari! E, per la verità, tra questi terzi preferisco di gran lunga la Viggiano che almeno, come buona parte delle donne, mostra una certa concretezza e qualcosa ha fatto, anche sbagliando come è naturale che sia, contrariamente al parlare dell’universo mondo del nulla e/o a innescare infinite guerre di posizione come fanno gli altri. Ultimo c’è Tobia, al secolo ing. Cafiero, cosiddetto capogruppo consiliare, che conosco e stimo da più di trent’anni, è una persona seria e mi dispiace che a causa della politica (che entrambi non sappiamo fare) si sia creato tra noi qualche dissidio. Meta rappresenta dunque per il PD e per il suo maggiorente peninsulare Sagristani la vera prova del fuoco. Egli è riuscito a fare bene per due volte il Sindaco di Sant’Agnello, è stato votatissimo alle Provinciali fino ad arrivare alla nomina di assessore e alla candidatura al Senato. Provi ora a chiamare a raccolta le diverse anime (o, più prosaicamente, corpi) del PD metese con l’obiettivo di farlo diventare uno e un solo Partito Democratico... non più partito partito diviso, in cammino sulla strada di quello che finora sembra un “Pastrocchio Dmnzl”, detto con ironia e senza vocali, ma tanto so bene che non cambierà colore me l’ha detto anche il dottore pensò bene Niccolo e pensando ci pensò, per chiudere questa settimana coi versi di Atlante degli Avion Travel. (Rossano Astarita, consigliere del gruppo civico “Meta Terra Mia” – da Agorà)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Rossano per Vico Equense basterebbe fare una fotocopia del tuo articolo e cambiare solo i nomi

Anonimo ha detto...

Si,pero riferendoti solo agli ex diessini,perchè la Magherita a Vico ha un solo gruppo!
TIE'

Anonimo ha detto...

Anzichè scrivere TIE' cacciate le palle ed un pò di coraggio che Vi siete fatti mettere i piedi in testa dai DS cari Margheritini

Anonimo ha detto...

Sei un tifoso della Margherità?
allora dacci una mano e cacciane pure tu...almeno una (di palla)!