«Siamo una fascia della sinistra che lancia un messaggio aperto perché ritiene che a Napoli, nonostante tutto, la partita con la destra non sia ancora chiusa». Il professore Luigi Mascilli Migliorini è tra i promotori del Manifesto "Sinistra svegliati" che sarà presentato il 29 novembre all´Istituto italiano per gli studi filosofici promosso da esponenti del mondo del lavoro, della cultura, dell´associazionismo. Manifesto a cui hanno aderito tra gli altri Gerardo Marotta, Adriano Giannola, Amato Lamberti, Vittorio Silvestrini, presidente Fondazione Idis di Città della Scienza, Andrea Amendola della Fiom-Cgil. Professore Mascilli Migliorini, "Sinistra svegliati" come analisi delle ultime elezioni politiche o come scossa in vista delle scadenze amministrative? «A livello locale la nostra idea è che tutti si stiano adeguando alla vittoria della destra come pedaggio da pagare per quanto accaduto negli ultimi quindici anni a Napoli e in Campania. Noi, invece, siamo convinti che risvegliando la gente dal basso la partita si possa ancora giocare e non sia affatto persa». Bassolino e Iervolino, ancora ai loro posti, non complicano la vostra iniziativa? «Il fatto che siano ancora alla guida di Regione e Comune non significa che bisogna impiccarsi alla vittoria della destra, annunciata ma ancora tutta da verificare a Napoli e in Campania». Cosa c´è scritto nel vostro Manifesto? «"Sinistra svegliati" non vuole essere un semplice manifesto di intellettuali sui mali della città perché ne fanno parte il mondo sindacale, il mondo del lavoro, i giovani precari. È il tentativo di attivare una discussione sulla situazione in cui ci troviamo, di parlare di Napoli ma in un contesto più vasto analizzando un riformismo di basso profilo che proprio ha evidenziato tutti i limiti dalla deindustrializzazione alla selezione di un ceto politico che si è rivelato inadeguato rispetto al ruolo che ricopre». Perché il 29 novembre non avete invitato i politici? «Non ne abbiamo invitati, ma non escludiamo qualche eventuale presenza. In questa fase lasciamo fuori le esperienze in senso stretto. C´è una società civile che si muove a destra e questo significa che bisogna muoversi anche a sinistra perché con le scelte tradizionali saremo travolti». (Ottavio Lucarelli da la Repubblica Napoli)
Foto di Alessandro Savarese
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