Luigi Cesaro, deputato Pdl e presidente della provincia di Napoli si sente «candidato alle manette». Intervistato al Giornale denuncia la sua situazione e dice: «Il mio caso è in fotocopia a quello di Cosentino». Cesaro punta il dito contro la stampa, rea di aver rivelato «atti coperti dal segreto istruttorio» e contro i magistrati, che non lo hanno voluto ascoltare: «A sentire i pm ad oggi non sono nemmeno indagato. Non sono indagato e vogliono arrestarmi, bah, qualcosa non va». Per Cesaro le analogie tra il suo caso e quello di Cosentino sono evidenti: «La verità - osserva - è che ci troviamo di fronte a un'offensiva per far fuori una classe politica nuova, fortissima, che è cresciuta insieme e che ha ottenuto successi insperabili in Campania». E, anche in caso arrivasse alla Camera una richiesta di arresto per lui, non si farebbe indietro: «No, non mi dimetto perchè sono stato votato da oltre un milione di persone». Cesaro respinge tutti i sospetti sollevati intorno al suo nome e alla sua famiglia e ragiona: «Qui in realtà ci troviamo di fronte a un attacco violentissimo a Berlusconi e a un uomo di sua stretta appartenenza che in Campania ha fatto miracoli». (Il Mattino.it)
L’intervista a Luigi Cesaro (Giornale)
L’intervista a Luigi Cesaro (Giornale)
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