Regione Campania - Il ministro Maroni garantisce che i beni confiscati non torneranno alla mafia. Non cambierà «il principio che i beni confiscati alle organizzazioni criminali siano destinati a fini sociali» e, in caso di vendita, «ci sono meccanismi che non consentiranno che siano riacquistati dalla mafia» spiega il ministro dell'Interno Roberto Maroni, ascoltato in audizione in commissione Antimafia, citando ad esempio «il previsto, obbligatorio parere prima della vendita da parte del commissario straordinario per la gestione dei beni». Nel riferirsi all'emendamento - che prevede la vendita dei beni sequestrati non destinati a fini sociali - approvato in Finanziaria al Senato, Maroni ha preannunciato «una direttiva per ribadire questo principio che prevede un sistema “a rete” che punta ad evitare che i beni finiscano a prestanomi o intermediari», attraverso «penetranti radiografie» sugli acquirenti in grado di far emergere eventuali «collusioni o frequentazioni» con esponenti della criminalità. “Proverò a spedire al ministro Maroni un mazzo di crisantemi, - afferma il consigliere regionale Antonio Amato (PD) - sul bigliettino scriverò: in memoria della lotta per la legalità, con la vendita all’asta dei beni confiscati alla camorra, prevista dalla Finanziaria si fa un regalo alle mafie. Mentre la DIA conclude una straordinaria indagine che mette in luce la struttura di holding economica della camorra, capace di reinvestire i propri guadagni acquisendo, con una spesa inferiore al valore di mercato, beni confiscati e fallimenti, il Ministro Maroni ribadisce che il Governo non farà marcia indietro sulla vendibilità dei beni confiscati e che sarà previsto un meccanismo di controllo che non permetterà ai mafiosi di riacquisirli. La domanda nasce spontanea: se la DIA per scoprire i prestanome deve condurre anni di indagine, come farà Maroni a determinare questo stesso risultato nei pochi mesi previsti per una procedura di messa in vendita, visto che l’attualità dimostra le difficoltà di questi controlli?” Rinviato il vertice che si doveva svolgere ieri pomeriggio a Caserta, per il coordinamento nel contrasto alla criminalità, tra i ministri dell’Interno Roberto Maroni, il Guardasigilli Angelino Alfano e le Forze di Polizia. Secondo quanto si apprende, il rinvio è dovuto ad alcuni impegni istituzionali del ministro della Giustizia.
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