Massa Lubrense - Ancora riflettori puntati sulla questione dell’inquinamento marino in penisola sorrentina dopo il doppio disastroso sversamento di oltre 60mila litri di sostanze reflue che nelle ultime due domeniche ha devastato lo specchio d’acqua del “Golfo del Pecone” nel territorio di Sant’Agnello. Prosegue senza sosta l’operato della guardia costiera coordinata dal comandante Demetrio Antonio Raffa della capitaneria di porto di Castellammare di Stabia che su mandato della Procura della Repubblica di Torre Annunziata sta investigando per individuare i responsabili. Proprio in seguito agli ultimi due devastanti episodi di inquinamento del mare del golfo sono già state avviate le conseguenti comunicazioni di notizie di reato alla competente autorità giudiziaria a carico di una serie di soggetti in corso di identificazione. In seguito agli ulteriori accertamenti da parte dei militari della guardia costiera nelle maglie degli uomini della capitaneria di porto è finito intanto un opificio nel territorio di Massa Lubrense di proprietà di S. G. , con il conseguente sequestro dell’intera attività commerciale perché a dispetto delle restrittive normative sull’ambiente è stato trovato in difetto in merito allo smaltimento illecito delle acque di vegetazione e delle sanse residui della molitura delle olive. L’attività della guardia costiera si sta concentrando negli ultimi giorni sul tratto di mare dei comuni costieri che ricadono all’interno della riserva marina protetta di Punta Campanella nel tentativo di sventare sul nascere eventuali situazioni di sversamento abusivo in mare attraverso le condotte comunali di sostanze reflue che possano dare luogo ad allarmi ambientali. Già in seguito allo sversamento in mare di10mila litri di sostanze provenienti dalla lavorazione delle olive avvenuto il 15 novembre scorso erano stati gli stessi militari della capitaneria di porto di Castellammare di Stabia che in collaborazione con i caschi bianchi di Sant’Agnello e di personale della Gori, società che gestisce gli impianti di depurazione della penisola sorrentina, erano risaliti al responsabile. Nell’occasione era stato denunciato il titolare di uno dei più famosi oleifici della penisola sorrentina che nottetempo aveva pensato di disfarsi dell’ingente quantitativo di sostanze provenienti dal processo di lavorazione delle olive gettandolo direttamente nelle condotte comunali, anziché intraprendere le più laboriose e costose operazioni per il regolare smaltimento. L’intero quantitativo risultante dal processo di lavorazione della macinazione delle olive era contenuto in una cisterna della capacità di 55 metri cubi posta all’interno dell’oleificio ed in seguito svuotata tramite sversamento nelle condotte comunali e successivo scarico in mare nel “Golfo del Pecone” nelle acque antistanti il belvedere della Marinella nel territorio di Sant’Agnello. Salgono dunque a due gli oleifici sequestrati in costiera, in attesa del risvolto delle ulteriori indagini intraprese dagli inquirenti. (Vincenzo Maresca il Giornale di Napoli)
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