Il «fuoco amico» non dà tregua. Sulla “Stampa” dopo Gianfranco Fini, Fabio Granata, Italo Bocchino, adesso il viceministro Adolfo Urso. E’ la pattuglia di finiani dentro il Pdl che insiste nel chiedere che ritiri la sua candidatura, che si dimetta da sottosegretario all’Economia. Ma a Nicola Cosentino viene l’orticaria solo a sentire questi inviti. A tutti replica: «Continuo ad andare avanti. Il mio destino è nelle mani di Silvio Berlusconi. Non sono stato io a candidarmi, il mio nome l’hanno indicato i parlamentari, gli eletti, il partito». E Berlusconi (per il momento) non vuole cedere alle richieste di Fini. «È lunare che si possa ancora stare qui a parlare di una candidatura di Cosentino. È una cosa fuori dal mondo». Il sottosegretario all´Economia trova la porta sbarrata anche all´indirizzo di Pierferdinando Casini. Il leader dell´Udc ha chiuso ieri a Napoli la due giorni di lavori del suo partito. «Lo ritengo innocente – aggiunge ancora su Cosentino – ma proprio per dimostrare questo deve spazzare via le strumentalizzazioni politiche. É disinvolto e autolesionista ritenere che il fatto che gli arresti ci siano o no sia la stessa cosa». Certo Casini non è stato tenero neanche a sinistra, anzi il suo discorso è stato tutto una affermazione della impossibilità di accompagnarsi a chicchessia: «Il Pdl è sfasciato su Cosentino, il Pd è sfasciato e basta».
Quei Comuni dove la sinistra governa assieme alla camorra
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1 commento:
Con tali atteggiamenti di certo non si può dire che il presidente del consiglio non dia esempi di grande educazione. Complimenti presidente!!!
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