L’intervento della coordinatrice provinciale dei Club della libertà sugli alpini che hanno perso la vita in Afghanistan
Vico Equense - Quattro alpini italiani hanno perso la vita a Farah in un’imboscata talebana. È l’ennesimo giorno di dolore, non solo per le famiglie dei soldati, ma per tutta la Nazione. L’impegno per portare la pace e la sicurezza in Afghanistan si è trasformato in un tributo di sangue. “Sono addolorata e costernata per la morte dei quattro alpini – dice Flora Beneduce, coordinatrice dei Club della Libertà della provincia di Napoli -. Questi ragazzi, eroi involontari eppure consapevoli, mi ricordano l'importanza di credere nei valori e di lottare sempre per difendere la libertà propria e degli altri. Loro, valorosi Italiani, ci consegnano il vuoto incommensurabile della perdita, ma anche la speranza che un giorno il mondo sarà migliore, grazie a loro”. Intanto incalzano le richieste da parte di una parte politica per il ritiro delle truppe impegnate nella missione di pace. “I nostri soldati sono esempi luminosi di coraggio – conclude la dottoressa Beneduce -. La loro presenza in Afghanistan non solo rende l’Italia esportatrice di umanità e solidarietà, ma insegna a ciascuno di noi la ricchezza della parola patria e la fede nell’importanza del sostegno ai popoli che anelano democrazia”.
Vico Equense - Quattro alpini italiani hanno perso la vita a Farah in un’imboscata talebana. È l’ennesimo giorno di dolore, non solo per le famiglie dei soldati, ma per tutta la Nazione. L’impegno per portare la pace e la sicurezza in Afghanistan si è trasformato in un tributo di sangue. “Sono addolorata e costernata per la morte dei quattro alpini – dice Flora Beneduce, coordinatrice dei Club della Libertà della provincia di Napoli -. Questi ragazzi, eroi involontari eppure consapevoli, mi ricordano l'importanza di credere nei valori e di lottare sempre per difendere la libertà propria e degli altri. Loro, valorosi Italiani, ci consegnano il vuoto incommensurabile della perdita, ma anche la speranza che un giorno il mondo sarà migliore, grazie a loro”. Intanto incalzano le richieste da parte di una parte politica per il ritiro delle truppe impegnate nella missione di pace. “I nostri soldati sono esempi luminosi di coraggio – conclude la dottoressa Beneduce -. La loro presenza in Afghanistan non solo rende l’Italia esportatrice di umanità e solidarietà, ma insegna a ciascuno di noi la ricchezza della parola patria e la fede nell’importanza del sostegno ai popoli che anelano democrazia”.
6 commenti:
Vorrei proprio vedere se la Beneduce parlerebbe ancora così dopo aver perso un figlio in Afganisthan. Non è ora di smetterla con queste lunghissime missioni di pace ke non portano altro ke morte di innocenti e immenso dolore alle loro famiglie?
infatti...missioni di pace un cazzo...
al responsabile del blog, voglio solo dirgli che non ho offeso nessuno, sono un pacifista e non un milarista, non ho mai creduto a chi dice che per comattere il terrorismo dobbiamo mandare i nostri soldati a morire in terre straniere, mi sono sempre ispirato a Paolo IV che asseriva " se vuoi la Pace costruisce la Pace"- by doruggie-
Io invece non credo a chi fa finta di indignarsi per farsi un po' di pubblicità. Come la Beneduce, appunto.
I soldati ci sono sempre stati e sempre ci saranno perchè purtroppo non c'è ancora la pace perpetua e se anche abolissimo i militari non aboliremmo le guerre. Quello delle armi è un mestiere rischioso e che provoca morti. Il resto mi sembra retorica a buon mercato.
Credimi caro anonimo del 10 ott. 20:35, per quanto mi riguarda non si tratta affatto di retorica a buon mercato ma solo di profondo dispiacere x giovani vite strappate alle loro famiglie, aqnke se so bene ke nessuno li ha costretti!
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