Castellammare di Stabia - Dieci milioni di euro per far fronte al rischio idrogeologico: è lo stanziamento che la Regione Campania ha previsto per il territorio di Castellammare nell’ambito del «Programma di Mitigazione» inviato nelle scorse ore al Ministero dell’Ambiente. In particolare, nel piano approntato dall’assessore regionale ai Lavori Pubblici Edoardo Cosenza, si parla della «sistemazione idrogeologica degli alvei e delle opere idrauliche del Monte Faito». In totale sono previsti 97 interventi in tutta la regione per un totale di circa 220 milioni di euro: Castellammare, insieme a Sant’Arcangelo Trimonte in provincia di Benevento, è il territorio che godrà dello stanziamento più alto, una volta inserito nel Piano stralcio per l’assetto idrogeologico. Provvedimenti che giungono in contemporanea ai dati emersi dall’indagine curata da Legambiente e Protezione Civile denominata «Ecosistema Rischio 2010» e resi noti nelle scorse ore, che parlano di ben 474 Comuni campani a rischio frane o alluvioni. Il Programma è frutto delle indicazioni provenienti da Comuni, Prefetture, Province, Comunità Montane e Autorità di Bacino raccolte dalla Commissione Ambiente regionale presieduta da Luca Colasanto. Nelle scorse settimane l’assessore al Dissesto Idrogeologico di Castellammare Antonio Coppola aveva inviato una relazione dettagliata a Provincia e Regione nella quale si sottolineava il rischio reale e tangibile rappresentato dalla scarsissima attenzione rivolta negli ultimi anni ai numerosi corsi d'acqua che dal Faito scorrono a valle. «Si tratta di fondi - ha detto Coppola - destinati alla sicurezza dei cittadini. Faito è una grande risorsa ma non si può abbandonare completamente come fatto negli ultimi anni, durante i quali sono stati effettuati solo interventi di somma urgenza. Al contrario, con questi stanziamenti bisognerà programmare una seria e costante manutenzione degli impluvi per azzerare completamente il rischio frane». Di rivoli ed impluvi ostruiti con conseguente rischio idrogeologico sul centro antico aveva parlato anche il naturalista Nando Fontanella, direttore scientifico del Centro per la Conoscenza della Biodiversità dei Monti Lattari, che per mesi ha studiato la situazione nella zona alta di Castellammare. La condizione che desta maggiore preoccupazione è quella del «rivo Cammarelle» che scorre nei pressi del Santuario della Madonna della Libera. Sul corso del rivo, infatti, persistono diversi ostacoli: abitazioni e cemento. Un canale, insomma, divenuto anni fa uno sversatoio per i calcinacci dell'epoca post-terremoto e che ”pende” letteralmente sullo svincolo in costruzione sulla strada statale sorrentina. «Aspettiamo i dettagli del piano - ha affermato Fontanella - tutto verte su come verranno spesi questi milioni di euro quando arriveranno in città». (Francesco Ferrigno il Mattino)
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