La nostra pizza fa il giro del web. Iniziamo con il blog Papero Giallo di Stefano Bonilli. “Il palcoscenico – scrive - è quello di Identità golose e loro sono Gino Sorbillo, pizzaiolo in Napoli, Luigi Dell'Amura, pizzaiolo in Vico Equense e Simone Padoan, pizzaiolo in San Bonifacio. Grande sponsor dell'iniziativa Gennaro Esposito, grande cuoco ma anche un grande amico dei pizzaioli.” “Luigi Dell’Amura – afferma Luciano Pignataro - con la sua centenaria storia di nonno “Gigino” e della mitica “pizza a metro”. Questa pizza è nata per caso, il nonno faceva il panettiere tra le due guerre, si panificava di notte e, avendo l’esigenza di far magiare i 7 figlii e il personale a volte preparava una lunga, unica pizza e la condiva con quello che aveva a disposizione. Nel 1968 si apre la pizzeria e il termine “ a metro” viene coniato dal direttore della filarmonica di Vienna, Carlo Zecchi e amico di Gigino che usava apostrofarlo:” Gigino quanti metri di pizza mi fai oggi?” Oggi la pizzeria ha 1500 posti e 4 forni. Luigi si collega ad Enzo Coccia nell’affermare che non esiste una pizza di Napoli o di Vico, esiste una pizza legata al territorio, per questo usiamo il miglior fiordilatte in assoluto, di Vico Equense e non la mozzarella di bufala che è lontana da noi, i Monti Lattari sono dietro l’angolo. Qui il rapporto acqua – farina è invertito, prevale leggermente l’acqua. La lievitazione è più delicata e non molto lunga. Questa pizza è concepita per far mangiare tante persone subito... Mio nonno, racconta ancora Luigi, quando aveva tempo, passava un filo di spago sotto la pizza per vedere se si era attaccata! A differenza della pizza di Sorbillo qui si mette prima il fiordilatte e poi il pomodoro e l’olio extra vergine alla fine. Cuoce ad una temperatura piu’ bassa 450 gradi, da un metro e mezzo di pizza , escluso Gennaro Esposito, mangiano 10 persone, Gennaro non resiste, sorride e quasi grida: “ Evviva la pizza a metro!”
Nessun commento:
Posta un commento