Guida Espresso: tre cappelli per Gennarino Esposito della Torre del Saracino Fonte: Antonio Corbo da La Repubblica Napoli
Si mangia male a Napoli, ma solo in città. L'eden del gusto comincia a Vico Equense e vola sino ad Amalfi e Cetara. Tra le isole, Ischia batte Capri. Una provincia sembra fortunata: Salerno. Dimesse Caserta, Avellino e ancora di più Benevento. Questo il quadro della Campania, secondo i giudizi e le schede della nuova guida "I Ristoranti d'Italia dell'Espresso" per il 2012 (pagine 768, 22 euro, 7,99 su I-Tunes) a cura di Enzo Vizzari, presentata ieri a Firenze, in vendita da oggi in edicola e libreria. Poco più che quarantenne, si conferma in Campania primo Gennaro Esposito, "Torre del Saracino" di Vico Equense. Uno chef e un locale che conquistano la simpatia dei critici per alcune felici invenzioni, come per l'ormai acquisita maturità dello staff. Esposito ha già una piccola scuola: il "Comer'a" di Meta di Sorrento, "new entry", aperto da due suoi allievi in società con l'ex calciatore del Napoli Montervino, riflette in forma meno audace ma di pari intensità nei sapori la sua cucina. Piatto simbolo è il risotto al profumo di limoni sorrentini. Esposito, che vanta uno stage in Francia da Ducasse, ebbe tra i suoi primi ammiratori Luigi Veronelli. Si è confermato nel tempo. Comincia proprio a Vico Equense e si espande sino a Sorrento, Massa Lubrense, Sant'Agata sui due Golfi, Positano, Ravello, Amalfi.
Non è un caso: coincide il successo delle grandi tavole con il turismo d'alto bordo, ed in parte lo determina. "Torre del Saracino" è tra i 21 locali di eccellenza, con "tre cappelli", voto quindi da 18 a 20 ventesimi. Solo due, nella fascia alta, sono a Napoli. Una città in evidente sofferenza nel suo bilancio turistico, tuttavia riscattata dall'estro e dalla originalità affascinante dei maestri della pizza. "La Campania è una miniera unica di prodotti di terra e di mare e sa esprimere cuochi che li interpretano al meglio", scrive nella sua guida Enzo Vizzari, che cita oltre a Gennaro Espoisito, Di Costanzo a "Terme Manzi" di Casamicciola, Deleo dell'Accanto. Vizzari sulla realtà italiana ammette tuttavia che è "un anno di transizione con poche novità, molte conferme, qualche dolorosa chiusura. Ma la nuova cucina italiana è vitale, aperta, moderna". Sulle "dolorose chiusure" nessun nome, ovvio. Il bilancio della ristorazione a Napoli sconta anche un'assenza. Manca "Il Comandante", che la guida scoprì nell'albergo Romeo di via Marina appena aperto, intuendone un futuro luminoso. "Il ristorante che forse Napoli aspettava da sempre", fu il giudizio, con la sintesi di un esaltante voto, il più alto per la città: 16,5. Sembra che sia in fase di riorganizzazione. Non c'è traccia nella edizione presentata ieri. A Napoli i migliori, secondo la guida di Enzo Vizzari, sono "La Cantinella" di via Partenope, dove lo chef Agostino Iacobucci ha meritato anche una Stella Michelin assicurando al locale di Giorgio Rosolino l'atteso rilancio. L'altro è Palazzo Petrucci. La tendenza dei ghiottoni napoletani punta sull'immediata area flegrea, alla scoperta di novità. Una è stata già registrata dalla guida: Sud a Quarto, merita un voto elevato, 15. L'altra, da scoprire, sembra "Il capitano" nuova gestione sul porto di Pozzuoli per qualità del pescato e pubblico. È segnalato nello stesso porto "Il Tarantino", presente in guida già da qualche anno, accanto al celebre "Bobò". Sull'altro versante, a Brusciano, in direzione Avellino, trionfa "Taverna Estia". Per la città di Napoli una "new entry", è "La casa di Ninetta" dedicata alla madre da Lina Sastri.Al traguardo fra i primi risultano gli chef dei grandi alberghi, sempre più numerosi, come dimostra il "Cecco Angiolieri". A Capri il "Quisi" del Quisisana, ad Anacapri "L'Olivo" del Palace, a Ischia "Il Mosaico" con il Regina Visconti, a Vico Equense il suggestivo "Capo La Gala", a Positano "Il San Pietro" ormai una star del turismo mondiale seguito dal "Sirenuse", a Maiori il "Faro di Capo d'Orso", a Ravelllo "Palazzo Sasso", poi il "Santa Caterina" ad Amalfi dove senza albergo ma sull'onda di una lunga tradizione, naviga in acque sempre placide e chiare "La Caravella". Più avanti a Cetara, "Al Convento", con premio speciale. Si distinguono nell'area sorrentina "Il Buco", ormai solida realtà di Peppe Aversa, L'Antica Trattoria, quindi "Nonna Rosa" ancora a Vico Equense. Con 17 due vecchie conoscenze; con "Don Alfonso" da Sant'Agata a Massa Lubrense si incontra "Taverna del capitano", da decenni in vetta alle classifiche del gusto con insuperabili cantine. La selezione dei vini distingue i grandi chef.
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