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La Provincia di Napoli anche nel ciclo dei rifiuti conquista un triste primato con 21,5 reati per 100 kmq è la seconda provincia d'Italia superata solo dalla Provincia di Trieste. Anche quest’anno la valanga di cemento invade la Campania con 6.000 case abusive nell’ultimo anno costruite ex novo con una cementificazione di 180 ettari pari a 180 campi di calcio. Nel ciclo del cemento la Campania scende al secondo posto, scavalcata dalla Calabria, con 941 reati , 1586 persone denunciate e 404 sequestri effettuati. Dati allarmanti se si pensa che la Campania dal 1950 al 2008 è stata fra le regioni più colpite da eventi franosi, piangendo anche 431 vittime, e da inondazioni con 211 vittime (Fonte: Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche Cnr-Irpi). Il cemento, il movimento terra, appalti continua a rivelarsi una straordinaria “lavanderia” per riciclare soldi. In Campania si continua a costruire abusivamente. Nel 2010 sono oltre 6000 le case abusive realizzate. E nella cifra non sono stimati le centinaia di appartamenti sorti nel nulla nei vari quartieri abusivi dell’area nord di Napoli Il cemento è il luogo ideale per riciclare i proventi dalle attività criminose e nel caso campano si tratta di proventi ingenti che si traducono in interi quartieri abusivi. Basti pensare che il 67% dei comuni campani sciolti per infiltrazione mafiosa, dal 1991 a oggi, lo sono stati proprio per abusivismo edilizio. La Provincia di Napoli è nel ciclo del cemento maglia nera a livello nazionale con 31 reati per 100km. Un sistema che controlla tutto dal ciclo dei rifiuti al ciclo del cemento passando per l’agromafia e l’archeomafia. In Campania si sta uccidendo lentamente senza sparare dove tra cemento e rifiuti si è saldata l’alleanza strategica tra la camorra ed i colletti bianchi. Ma se la magistratura continua a fare il suo dovere, le forze dell’ordine quotidianamente sono impegnati nella lotta ai criminali, la politica continua ad essere latitante. Da 17 anni - ha commentato Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania- analizziamo e studiamo le trasformazioni ed i meccanismi di questa guerra che sta avvelenando il territorio dal punto di vista ambientale, sociale ed economico ma di fatto dal governo centrale e da quello regionale assistiamo solo a proclami. In attesa di tempi e regole certe per la bonifica del territorio, di una vero piano di ciclo integrato di rifiuti e dell’avvio del motore delle ruspe per abbattere il cemento armato ed in attesa di un segnale concreto dalla Confindustria campana affinché con coraggio segui l’esempio di quella siciliana e allontani i collusi, noi continueremo in sinergia con la magistratura e le forze dell’ordine a denunciare la collusione e gli affari della criminalità ambientale.”
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