venerdì 28 ottobre 2011

“Madonnelle, il Comune non doveva prestare i locali”

Vico Equense - Il Consiglio di Stato ha dichiarato «inammissibile» il ricorso in appello dell’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Gennaro Cinque: è definitiva, pertanto, la bocciatura, da parte del Tar, della giunta comunale che, il 15 gennaio scorso, ha concesso, per un anno, in comodato d’uso gratuito, all’associazione di promozione sociale Help alcuni locali della casa di riposo «Madonelle», già destinati a «Centro benessere e di aggregazione sociale». In sostanza, i giudici romani di Palazzo Spada hanno dato torto al Comune (condannato a pagare 5.000 euro per spese legali), ratificando due sentenze del Tar dello scorso 27 luglio di accoglimento dei ricorsi del Consorzio cooperative sociali Gesco. Il Consiglio di Stato non è entrato affatto nel merito della controversia giudiziaria tra Gesco e Comune. Si è limitato a sentenziare l’inammissibilità del ricorso del Comune in quanto non è consentito l’appello cumulativo diretto contro due sentenze. Il Tar aveva annullato i due deliberati comunali, il primo del 14 dicembre del 2010 e il secondo del 14 gennaio di quest’anno. Il primo dettava gli indirizzi per l’affidamento diretto dei servizi sociali alle cooperative sociali «Il Delfino» e «La Locanda» e alle associazioni di volontariato e di promozione sociale Movimento Famiglia, Help e La Misericordia; il secondo disponeva l’affidamento all’associazione Help degli immobili della casa di riposo. Tre erano i vizi di legittimità enunciati nel ricorso, ritenuti fondati dai giudici amministrativi napoletani di piazza Municipio: l’«incompetenza» della giunta, sostituitasi al consiglio comunale; lo sviamento di potere perché il comodato d’uso nasconde l’affidamento diretto, vietato dalla legge, della gestione del Centro benessere e di aggregazione sociale; l’indeterminatezza della spesa che il Comune deve sostenere in favore dell’associazione Help. Trattandosi di attività di rilevanza economica, il Tar aveva eccepito che il Comune doveva applicare le regole europee sulla concorrenza e gli obblighi di parità di trattamento e trasparenza. «Per aver omesso di indire una gara, seppure informale, pertanto, il Comune aveva impedito al Consorzio Gesco, composto anch’esso di cooperative sociali, di manifestare il proprio interesse a conseguire l'attribuzione dei servizi sociali», si leggeva nella sentenza di primo grado. Da qui la bocciatura dei deliberati comunali. Nel processo d'appello sono intervenuti gli avvocati Maurizio Pasetto, Vincenzo Mormile e Lucio Petrone. La sentenza è stata emessa dalla Sezione Quinta del Consiglio di Stato. (Fonte: Alfredo Leo da il Mattino)

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