sabato 29 ottobre 2011

Pd, sfida a distanza tra Renzi e Bersani

Fine settimana di fuoco per il Pd. A Firenze i rottamatori di Renzi, mentre a Napoli la meglio gioventù di Bersani. Il braccio di ferro generazionale nasce dall’attacco dei rottamatori alla dirigenza piddina che attraverso delle primarie taroccate ha incoronato Bersani. Ma a scendere in campo c’è anche un terzo incomodo: Zingaretti. Il presidente della Provincia di Roma si candida, quindi, per le prossime primarie con la presentazione di un programma suddiviso in 10 punti. Dall’elezione diretta del presidente Ue all’azzeramento delle disuguaglianze, dalla riforma universitaria alla cittadinanza breve, e poi ancora la macchina pubblica e la questione ambientale. “Sul dovere di uno Stato che funziona -così si legge nel programma- credo che le forze del centrosinistra siano apparse in questi anni troppo silenti e imbarazzate essenzialmente per due motivi. In primo luogo, perché prigioniere di un rapporto con il pubblico impiego troppo viziato da conservatorismi e mediato da portatori di interesse”. Insomma per il presidente della Provincia l’influenza dei partiti è eccessiva. Dà l’idea di essere più favorevole al liberismo che allo Stato e al ruolo dei partiti. E’ vero che bisogna privilegiare il merito e non i raccomandati del tal segretario di partito e della triplice sindacale ma è pur vero che la pubblica amministrazione non può essere sempre accomunata ai fannulloni. Questo modello di società liberista cancella posti come se si trattasse di merce e non di persone. Nel programma di Zingaretti c’è anche un capitolo riservato alla crescita economica. “Da troppo tempo l’Italia non si muove e cresce molto più lentamente dei Paesi Ue e enormemente meno della Cina. Non c’è crescita se non si affrontano i nodi dell’occupazione femminile dei giovani e se non si eleva la qualità dell'insegnamento a tutti i livelli”. Dunque nel panorama delle primarie non c’è solo la sfida tra Renzi e Bersani ma anche la discesa in campo del terzo incomodo Zingaretti. A proposito della tre giorni fiorentina, il sindaco e rottamatore Renzi è stato chiaro: “Non si potranno fare le primarie solo con Bersani, Vendola, Di Pietro e basta. Uno o una di noi, cioè ragazzi più giovani, dovrà candidarsi”. La partita di fine settimana riveste quindi una sfida importante che potrebbe dare un volto nuovo alla dirigenza del Pd. Alla stazione Leopolda di Firenze il rottamatore per eccellenza farà sentire forte la sua voglia di cambiamento, che riguarda le alleanze e il cambio generazionale. L’attacco alla leadership di Bersani è chiara nella sua richiesta di fare delle vere primarie anche per la scelta del candidato futuro presidente del Consiglio. “Dalla Leopolda -ha annuciato Renzi alla vigilia della tre giorni dei rottamatori- arriverà una camionata di idee. Spero che i nostri dirigenti siano capaci di accoglierle, e non di ritirarsi impauriti. Da questa convention dovranno uscire le idee che si candideranno alla guida del Paese”. Sembra assistere solo ad una guerra generazionale di potere e nulla più. Il liberismo piace ai vecchi che ai nuovi piddini. E quindi poco cambia. (Fonte: Michele Mendolicchio da rinascita.eu)

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