lunedì 10 ottobre 2011

Scusi, assessore a che?

Di Claudia Scaramellino

Vico Equense - Ce n’è voluto, perché a tre mesi dalla sua bulgara elezione il Sindaco Cinque nominasse la Giunta. La minoranza ha dovuto far ricorso al Prefetto per questa nomina! I motivi di tale ritardo sono intuibili, ma non di meno tutti conoscono la vocazione al decisionismo autocratico del sindaco, cosa più volte comprovata! Oggi, a più di un mese, non si conosce la delega conferita a ciascuno degli assessori, eppure la Giunta comunale opera. Anzi ha esordito con la delibera relativa alle accise sull’energia elettrica, che di fatto ha aumentato la TARSU. Con questa delibera il cittadino è stato tassato prima di essere governato. Al contrario la Città ben remunera i suoi assessori, affinché esercitino in pieno la funzione che la legge assegna loro. Anzi il cittadino- contribuente aspetta ancora l’assessore di riferimento con cui conferire per materia di suo interesse ed urgenza. Se va al Municipio gentilmente gli propongono di parlare con i funzionari apicali, in assenza del rappresentante dell’esecutivo delegato al ramo. Ma non è la stessa cosa. E che non sia la stessa cosa lo conferma il disagio dei capisettore, qualcuno dei quali si è già espresso anche per iscritto. Anche il Collegio dei revisori dei conti ritrova in tale assenza un ulteriore difficoltà a definire i contorni precisi del debito fuori bilancio. Attende il Consiglio comunale, e la minoranza in particolare, che non trova una figura specifica a cui chiedere motivo su problematiche generalmente attinenti alle deleghe assessoriali e si vede dare risposte da assessori nominati “non si sa a che”.


Tutto ciò è un’ennesima prova dell’idea di governo del Sindaco Cinque, un modo che non ci piace, perché significa navigare a vista cioè continuare a fare piccoli lavori già programmati o lavoretti improvvisati in coda ai primi, particolarmente di “fabbrica”, mentre la città ha bisogno di un governo vero dei vari campi dell’amministrazione dai servizi sociali alla scuola, al turismo, ai trasporti. E le emergenze non mancano come ultimamente per i trasporti. La mancanza di tale volontà si è esplicitata nel continuo rimando della discussione delle linee programmatiche del nuovo mandato di Gennaro Cinque in Consiglio comunale, impedendo un confronto democratico sulle assenze e le sporadiche e riduttive soluzioni proposte del documento. La verità è che siamo ancora di fronte ad un atto autocratico di Gennaro Cinque, il sindaco del fare emulo del “ghe pensi mi” berlusconiano. Ma è anche vero ciò che afferma qualche politico navigato fuori dal coro della maggioranza: il primo cittadino deve ancora risolvere problemi con il passato amministrativo del suo primo mandato per riaprire una nuova fase di governo. I dissensi sempre più consistenti all’interno della maggioranza rendono poi evidente che tra alcuni consiglieri e la giunta non c’è grande “simpatia”, perché sono state deluse le aspettative di qualche plurivotato. Intanto la Città attende. Attende la Democrazia.

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