Vico Equense - E’ l’ultima spiaggia per
gli abusivisti. Ed è quella
messa a punto dalla Regione
Campania che, con
una legge approvata lo
scorso mese di maggio, ha
previsto la possibilità per i
Comuni di destinare ad alloggi
di edilizia popolare
gli immobili «fuorilegge»
e già acquisiti a patrimonio
comunale dagli enti
locali. Con la precedenza
per l’occupazione – fissata
proprio dalla normativa
regionale – prevista a favore
di chi, negli immobili
abusivi, ci ha comunque
vissuto e che al momento
dell’avvio della procedura
non dispone di altre «soluzioni
abitative».
A Vico Equense, in tal
senso, qualcosa sembra
muoversi. Si tratta di una
città che, nelle frazioni
collinari, deve quotidianamente
fare i conti con una
situazione d’emergenza.
Non è un mistero che,
negli ultimi anni, l’autorità
giudiziaria abbia
dovuto emettere a raffica
ordinanze di demolizioni
per le strutture abusive. E
gli appelli, sollevati a più
riprese pure dal mondo
degli anti-ruspe, non mancano. Basti pensare al caso
di alcuni mesi fa quando,
a Massaquano, ci fu una
sommossa popolare perché
di buon’ora partirono
gli interventi di demolizione
per buttare giù un
manufatto occupato anche
da alcuni disabili. Insomma,
la querelle c’è.
Ecco perché la giunta guidata
dal sindaco Gennaro
Cinque, appena pochi
giorni fa, ha deciso di
«accedere» a quest’opportunità.
Si tratta di un semplice
atto di indirizzo al
consiglio comunale. Se ne
dovrà discutere in aula, insomma,
con l’opposizione.
E bisognerà capire quale
atmosfera ci sarà. Perché
l’ultima seduta dei lavori
è stata contrassegnata
da uno scontro all’arma
bianca con i fedelissimi
del sindaco Cinque, capaci
di bocciare in pochi istanti
numerose proposte della
minoranza, anche sul tema
dei servizi sociali.
Mentre,
all’interno dell’amministrazione,
rimane sempre
l’interrogativo sul futuro
politico dello stesso primo
cittadino che è tornato a
chiedere la testa – politica
– del presidente del
consiglio comunale, Maurizio
Cinque, successore
dell’originario titolare
della poltrona, Matteo De
Simone (eletto nel corso
delle amministrative 2010 e dimessosi all’improvviso
la scorsa primavera), ed
eletto con i voti di «franchi
tiratori» e opposizione.
Sulla questione del mattone
selvaggio e delle
rinnovate chance previste
dalla normativa regionale,
in ogni caso, potrebbe
consumarsi l’ennesima
battaglia. La legge emanata
dalla Regione Campania
fissava in 90 giorni
dall’entrata in vigore il
termine in cui i Comuni
avrebbero potuto decidere
di aderire all’iniziativa.
Ora siamo già arrivati a
metà settembre e i tempi
sembrano quindi essere
sfumati via. Eppure,
nella delibera approvata
dall’esecutivo di Vico
Equense l’altro giorno, si
definisce il termine «non
perentorio».
Per gli enti municipali,
la strada tracciata dalla
Regione Campania è allettante
anche sotto il profilo
finanziario. Nel caso di
demolizioni «coatte», sono
proprio i Comuni a doversi
far carico delle spese
necessarie per finanziare
gli interventi rivalendosi
poi sui privati finiti nel
mirino delle ruspe.
Nessun commento:
Posta un commento