L’ipotesi: abbattere l’opera da costruire ex novo in città. Stop dagli ambientalisti: «Evitare altri obbrobri edilizi»
Fonte: Salvatore Dare da Metropolis
Vico Equense - «L’abbattimento dell’Ecomostro
non deve rappresentare
un affare. No secco a un’altra
struttura di pari volume nella
piana di Seiano. E’ necessario
convocare un’assise permanente
per discutere del caso».
Gli ambientalisti tornano ad
andare all’attacco. Vogliono
risposte chiare sull’ipotesi
già inserita nel protocollo
d’intesa stipulato anni fa con
la supervisione dell’ex ministro
dell’ambiente Francesco
Rutelli e che prevedeva che i
proprietari dello scheletro di
cemento dell’albergo - ovvero
una società facente capo
della famiglia napoletana
Normale - che «inquina» la
baia di Meta potessero predisporre
un progetto nuovo
di zecca con l’abbattimento
della struttura e la realizzazione
di un solarium extralusso
con la completa bonifi
ca del litorale. Caso su cui
si è espresso negativamente
il Tribunale amministrativo
regionale della Campania.
Ora la questione riesplode,
puntuale. Anche perché i Comuni
di Meta e Vico Equense
- dove ricade proprio l’Ecomostro
- stanno pensando di
trovare una strada adeguata
per mandare giù tutto. In
particolare c’è Antonio Elefante,
ingegnere e patron della
società edilizia Saec fresco
di nomina nella giunta di
Vico Equense come assessore
ai lavori pubblici.
Qui i Vas scendono in campo
e sollevano ombre pesanti:
«Tutta la faccenda - dice il
coordinatore Franco Cuomo
- richiederebbe immediatamente,
soprattutto tutti quelli
che hanno a cuore le sorti
del territorio di Vico Equense,
di aprire gli occhi. E’ mia
opinione che l’accordo – che
si voleva ormai decaduto –
potrebbe ripresentarsi in altre
forme, mentre certamente
sembrerebbe già pronta
l’approvazione di una variante urbanistica. Ci sarebbero
altre domande inevase
da fare. Di fatto, il Comune
di Vico Equense non ha mai
predisposto un’ordinanza
di demolizione e se anche la
facesse chi pagherebbe e con
quali soldi costi per l’abbattimento
e per la bonifi ca del costone?
Né risulta sia mai stata
fatta un’ingiunzione in danno
alla famiglia Normale per
abbattere l’Ecomostro. Ecco
che torniamo al punto di partenza:
oggi si riparla dell’abbattimento
di quel rudere
che sta lì da cinquant’anni.
Perché?». E quindi riesplode
la polemica: «Su quello scheletro
c’è chi vuole fare ancora
l’affare. Legambiente ne
richiede l’abbattimento e le
“anime belle” impegnate in
“denunce fl oreali”, nel senso
che se le appuntano sul bavero,
dovrebbero essere più
serie nell’affrontare la problematica
». Poi la provocazione.
«Quello scheletro - evidenzia
il coordinatore dei Vas - potrebbe
rimanere lì per altri
cinquant’anni esposto alla
consunzione naturale degli
agenti atmosferici e che ben
altri mostri oggi deturpano
Vico Equense e molto più recenti come il viadotto di Seiano.
Se quella struttura deve
essere abbattuta lo deve essere
solo per liberare un tratto
di costa da un rudere ingombrante
e impattante e chiunque
ne decida l’abbattimento
non deve farlo diventare un
affare». C’è dell’altro. I Vas si
oppongono alla volontà della
realizzazione, da parte dei
proprietari del rudere, di una
struttura «di una pari volumetria
nella piana di Seiano.
L’abbattimento se fosse realizzato,
certamente attiverebbe
un ricorso dei proprietari.
Allora? Allora se lo si vuole
demolire lo si demolisca, ma
questo non dovrà consentire
nuove operazioni pericolose
e al dire altrui scadute, ma
che di fatto sono ancora lì
con tutto il loro carico di ambiguità
».
Da qui la proposta di convocare
«un’assise permanente
».
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