mercoledì 29 gennaio 2025

Eccellenze vicane entrano nella guida Identità Golose 2025

La città di Vico Equense conferma il suo ruolo da protagonista nel panorama gastronomico italiano con il recente ingresso di quattro ristoranti nella Guida di Identità Golose 2025. Questa nuova edizione, realizzata grazie al contributo di 71 autori, racconta 1151 indirizzi di eccellenza culinaria, confermandosi una risorsa imprescindibile per appassionati e professionisti del settore. Vico Equense, da sempre fucina di talenti culinari, vede così riconosciuta la qualità della sua offerta enogastronomica, sempre più apprezzata nel contesto nazionale. 

Antica Osteria Nonna Rosa 

Una famiglia allargata: Nonna Rosa da anni è una certezza in Campania. Simbolo di accoglienza, di sapori genuini, i piatti di Peppe Guida si riconoscono anche da lontano. Proposte dall'eleganza semplice e diretta, raccontati con estrema professionalità in sala, quella che sa essere piacevole e mai ingessata, l'ospite è al centro di tutto e sentirsi a proprio agio è una condizione inevitabile. Peppe Guida ha trovato il modo di veicolare un'idea di cucina inclusiva: sintetizza recupero, stagionalità, ottime materie prime e tecnica. Piatti e scelte all'insegna del genuino, con la Penisola sorrentina a fare da grande paniere per la migliore spesa possibile. La sala viaggia sulla sua scia, affabile e precisa, con la scelta di focalizzare la carta dei vini solo su Campania e Champagne. Tutto suggerisce atmosfera presepiale, "Nonna Rosa non è come una casa, è casa". Peppe Guida è un grande interprete della pasta secca, simbolo della tradizione partenpea, così come di quei vegetali che cura con amore e dedizione. Zero prosopopea, tanta sostanza. Il coragggio di firmarsi anche con le polpette e le zeppoline di famiglia. Si arriva entusiasti e si va via nutriti. 

Il Bikini 

Negli ultimi anni non ha mai smesso di elevare l’asticella della qualità in cucina, al piano +1, sopra agli ombrelloni, su quella celebre terrazza con vista struggente su Golfo di Napoli e Vesuvio. Da qualche tempo, Giorgio Scarselli – figlio di Riccardo, nipote di Franco – scommette sull’autoctono Giulio Coppola, 40enne che abbiamo già visto abbondantemente all’opera da queste parti - e in Piemonte al fianco di Tonino Cannavacciuolo, cliente aficionado da tempo al Bikini. Insalate vicane, Polpi alla Luciana, Impepate, Paste miste con variazioni di patate, seppie e gamberi…: Coppola conosce alla grande il mestiere, tutto campano, di dare gusto al pesce con tecniche che mai strafanno, perché hanno l’obiettivo di valorizzare il piatto, non il cuoco che lo fa. Il cliente, colpito al cuore, gode anche per il rinnovato servizio in condivisione, un modello del tutto coerente alle ore di cui si gode assieme, al piano +1 o sotto all'ombrellone. 

La Tradizione 

La Tradizione è prima di tutto la 'De Gennaro Mood', come piace dire a loro. In effetti, La Tradizione sono loro, un formidabile affare di famiglia. Famiglia buongustaia, con un'idea di ristorazione chiara e diretta. Ci sono dentro i loro gusti, mai accennati, ma dritti e potenti. Ci sono le loro scelte in fatto di materie prime eccellenti, c'è la memoria con i grandi piatti simbolo della cucina partenopea, ci sono ottimi vini e c'è la semplicità di chi riesce a chiudere bene il cerchio su tutto. Non è finita. Ci sono ampi sorrisi, sempre, la convivialità e quel senso di accoglienza che dovrebbe essere scontato se ti occupi di ristorazione, eppure luoghi come questo te ne rispiegano il significato attraverso pochi gesti e bocconi eloquenti. La Tradizione è da anni un luogo cui affidarsi con serenità, è credibile e ha saputo evolversi per restare comunque se stesso. Da La Tradizione si va per acquistare, per assaggiare qualcosa e scambiare due chiacchiere, o magari per fermarsi più a lungo. Lenti e sontuosi pranzi e cene all'insegna della caloria benefica, quella che nutre anche l'anima. Tutto cambia, ma il babà rustico di Giovanna resta. 

La Torre del Saracino 

Ridendo e scherzando, sono 35 anni che la Torre del Saracino ci ammalia come le sirene, nella baia di Seiano, a un passo dal mare. Gennaro Esposito continua, ogni giorno dal 1991, a lavorare per non disperdere le proprie origini, «perché non farlo è un peccato mortale», ammonisce il cuocone ancora oggi, «un gesto di superbia che preclude anche la possibilità di scoperte future, ricordatevene». Identità e territorio sono le due stelle polari che guidano questa formidabile cucina tra Gamberi cilentani marinato, serviti con tutta la loro testa, Risotti con cipolla ramata di Montoro, aringa affumicata, olive verdi e rosmarino, Sampietri cotto dolcemente con involtino di amaranto, la loro pancia, bietole e salsa ai capperi. E dessert che recano traccia della primissima vocazione da pasticciere del cuoco: il Babà napoletano “secondo la tradizione” è il migliore che vi potrebbe mai capitare di assaggiare. Armonie gustative esemplari, con il condimento più importante: la sensazione di essere sempre a casa.

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