venerdì 17 gennaio 2025

Oliviero Toscani, le foto che cambiarono la pizza


Oliviero Toscani, le foto che cambiarono la pizza Così i pizzaioli diventarono personaggi. Il racconto di quelle giornate incredibili 

di Santa Di Salvo - Il Mattino

"Olivie' so' pronto, facimme sta foto". Con familiare irriverenza, i pizzaioli entrarono subito in confidenza con Oliviero Toscani. Anzi o Toscano, come lo chiamavano alcuni nella due giorni che il fotografo passò a Napoli nel 2014 per realizzare il volume fotografico "Tu vuò fa' il napoletano". Un innovativo progetto del gruppo Terra Moretti che per la prima volta, in collaborazione con l'AVPN, proponeva l'abbinamento di bollicine e pizza, di Franciacorta e Margherita. Binomio audace e rischioso basato in entrambi i casi sui lieviti, per valorizzare due forme diverse ma convergenti di identità territoriale. Erano anni in cui i pizzaioli venivano ancora considerati gli ultimi nella gerarchia gastronomica. Ma furono proprio loro, in numero di ottanta, i protagonisti di ritratti fotografici ironici, gioiosi, spiazzanti. Tipici dello stile del maestro.

 

Oliviero Toscani, da artigiano a artigiano, stava al gioco. Infatti disse di sentirsi pizzaiolo pure lui. E si mise in copertina con bandana rossa e peperoncino a mo' di baffi. «Non abbiate complessi di inferiorità di fronte ai grandi cuochi diceva al giovane Ciro Salvo, a Vuolo, a Sorbillo Senza la genialità dei pizzaioli non esisterebbero i grandi chef». «Il set per lo shooting fu allestito al piano superiore dello storico locale Mattozzi in piazza Carità racconta Gianluca Liccardo, direttore marketing dell'Associazione Verace Pizza Napoletana Al Pizza Festival in piazza Dante e poi nelle pizzerie associate avviammo serate con abbinamenti inconsueti. Un grande successo». Fu una scelta lungimirante e coraggiosa, la formula prese piede in altre città e la mostra fotografica fu prima presentata al Salone del Gusto poi fece poi il giro del mondo, da Tokyo a Las Vegas. Arruolato dalla Contadi Castaldi, casa produttrice di spumanti di Franciacorta, Toscani ebbe il merito di divulgare con il suo inconfondibile imprinting l'essenza di un mestiere antico e rispettoso della cultura del suo territorio. "La pizza racchiude in sé la perfetta forma estetica - disse in un'intervista sull'arte rilasciata a una rete internazionale Inoltre ha i colori della nostra Italia. E ancora ha il valore aggiunto del sapore incredibile creato da ingredienti primari che solo noi abbiamo. Una delle ragioni per essere fieri di essere italiani è perché abbiamo inventato la pizza: non c'è niente di più completo e di più perfetto". Ci sapeva fare, o Toscano. I pizzaioli lo capirono subito, e fu un incontro felice. Una sorta di risarcimento morale e una presa di coscienza per molti di loro. Non a caso, ancora oggi troverete le foto di "Oliviero" dai Mattozzi, da Gorizia, da Attilio Bachetti alla Pignasecca, di Vincenzo Esposito di Carmnella, da Gennaro Luciano, dal "22" alla Pignasecca. Ciascuna con la sua cifra speciale, originalissima. Vuolo con le mani sporche di pomodoro, Enzo Coccia con il disco di pasta in testa Maria Carmen Scala con una corona di pomodori e una collana di peperoncini, Ernesto Fico con la pelata coperta da una mozzarella, Gino Sorbillo con gomito e mano spalmata sulla pizza, Gaetano Fazio con l'oliera. Come è sempre accaduto nel lavoro di Toscani, la foto diventa una campagna sociale, uno studio antropologico, una filosofia di vita. "Oliviero era molto più di un grande fotografo dice oggi Vittorio Moretti presidente di Terra Moretti Era un uomo di immensa cultura e umanità, un precursore di tendenze e un provocatore di pensieri. Con la sua presenza ci ha costantemente stimolato a portare nelle nostre aziende un senso profondo del sociale, un'attenzione per il mondo e le sue diversità, per gli ultimi, per il bello estetico e morale". Non ci sono argomenti futili per chi sa guardarsi intorno. Così la pizza, alimento povero per eccellenza, è diventata nella scelta di Oliviero Toscani l'oggetto più significativo nella storia del design italiano, il simbolo principale e più prestigioso mai disegnato dal "made in Italy". Diceva pure che la pizza è come un jeans, sta bene su tutto. Sarebbe giusto che i pizzaioli napoletani gliene dedicassero una, se l'è meritata. Senza metterci troppi ingredienti, per favore. A lui piaceva la marinara, la più basica e la più antica. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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