venerdì 24 gennaio 2025

Tutti a leggere le stelle

di Filomena Baratto 

A ogni inizio anno, come tradizione vuole, consultiamo l’oroscopo, con la speranza di avere buone notizie per il futuro. L’astrologia è materia di studio sin dall’antichità, con lo scrutare delle stelle e del cosmo. C’è chi esce solo dopo aver letto l’oroscopo e chi se ne fa beffa. Molti sperano che i pronostici abbiano almeno una piccola parte di verità. E dopo averlo letto, cerchiamo relazioni con la nostra vita. Allora, se annuncia una bella avventura, si prevede una novità in campo amoroso; se afferma che avremo denaro, si corre al lotto poiché, se non si gioca, non si potrà mai vincere; se tratta di problemi di salute, magari per un po’ non si esce da casa, aspettando che il malanno pronosticato passi. Molti prendono le previsioni alla lettera e se al momento non si manifestano, attendiamo timorosi e preoccupati, sicuri che, prima o poi, come un'epifania, accadranno. Inutile far finta di niente, ognuno di noi avrà consultato l’oroscopo in un momento delicato della vita, soprattutto quando si attendono risposte da cui dipendono decisioni importanti. Molto spesso ciò che dice l’oroscopo non ci passa nemmeno di striscio nella nostra vita ma noi tentiamo sempre di abbinare quella frase letta a una situazione che ci è accaduta, anche se palesemente non c’entra nulla. La realtà è che vogliamo, a tutti i costi, un vademecum che ci porti nella direzione giusta da prendere, tenendo conto dei nostri desideri. Molti, non contenti di un oroscopo, ne consultano diversi fino a quando non si sentono dire ciò che vogliono.

 

A volte ci lasciamo anche suggestionare a tal punto da credere che la scivolata, presa sul marciapiede per la pioggia, sia stata prevista dall’oroscopo, al punto in cui diceva: “Attenzione ai piedi, punto debole della giornata”. Già nell’antichità si consultavano gli astri. A Roma, durante il periodo della dinastia giulio-claudia, con la crisi del classicicismo, ci fu una nuova visione della vita ricca di humanitas e curiositas che si contrapponeva alla Romanitas: una cultura per il gusto dell’esotico, dell’avventura, del grottesco, del realistico, del favoloso. A tal proposito, si racconta che l’imperatore Tiberio, come ci riporta Tacito negli Annali, quando aveva necessità di consultare un astrologo, lo faceva condurre da un liberto su una dimora in alto, attraverso dirupi e sentieri così pericolosi che bastava un niente per cadere. Si dice che la strada impervia era necessaria per liberarsi dell’astrologo in caso si fosse rivelato ignorante. Un giorno interrogò l’astrologo Trasillo, che gli rivelò cose importanti sul suo futuro e sull’Impero. Man mano che raccontava, si lasciava prendere dalla paura sempre più, per il pensiero di finire nel burrone se avesse fallito. Alla fine la sua paura culminò in un grido. Vedeva ora incombere su di sé una sciagura. Ciò bastò, invece, a rassicurare Tiberio circa la sua attendibilità di astrologo. Alla fine l’imperatore lo abbracciò contento che gli avesse detto il vero. Nello stesso periodo il poeta Manilio scrisse Astronomica, un poema astrologico in cinque libri in cui descrive l’origine del mondo e la volta celeste, i segni dello zodiaco, come stabilire l’oroscopo, le influenze delle stelle sul destino degli uomini. Mentre il modello letterario è Lucrezio, mostra poi contenuti prettamente stoici in contrasto con l’epicureismo del De rerum natura. Manilio oppone alla dinamica visione di Lucrezio l’immutabilità degli astri, una concezione fatalistica delle cose e degli eventi, per cui è tutto già predeterminato. Per Manilio la quiete degli astri si oppone alla quotidianità degli eventi incerti della vita. Scrutare il cielo è voler cercare le risposte alle tante domande sulla nostra esistenza cui possiamo rispondere solo vivendo. Ecco perché alla fine Manilio afferma: “Quell’universo di cui vuoi indagare il mistero, è Dio stesso.” Le donne più degli uomini amano leggere l’oroscopo, abitudine che imperversa sin dalle origini dell’astrologia. Giovenale, nella sesta satira, quella contro le donne, descrive quest’abitudine praticata in modo ossessivo. Per l’autore latino le donne, pur di conoscere il futuro, si servono anche di ciarlatani che consultano assiduamente. Molti astrologi dispensano le loro idee sui segni dello zodiaco, tracciando profili sempre ricchi e vari, in modo che il contentino dalle stelle arrivi a tutti. Per Marsilio Ficino, grande umanista del Rinascimento, tra gli uomini e gli astri più che influenza, vi è una forma di consonanza e interdipendenza, come si legge nella sua Disputatio contra iudicia astrologorum. Oggi, come nel passato, si fa grande riferimento all’astrologia proprio intesa come corrispondenza tra esseri umani e cosmo in un legame inscindibile. Ecco allora che Venere ci fa belli, Saturno ci rende nervosi, Mercurio ci dà forza interiore, Marte guerra, Giove prosperità. Troviamo l’oroscopo in ogni rivista, ogni programma ha il suo astrologo, e se vogliamo prendere in giro qualcuno, lo facciamo leggendogli l’oroscopo. E siamo anche più sfrontati quando, letti diversi oroscopi, ammettiamo sia vero quello che più si avvicina al nostro desiderio. È capace anche di metterci il malumore quando predice un lungo periodo di negatività. E se proprio non ci piace, basta dire di non crederci.

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