Casi in aumento, c'è lo studio con testimonianze. L'esperto: solo un fastidio
di Fabrizio Geremicca - Il Corriere del Mezzogiorno
Dimenticate Spielberg, però, perché pur essendo il golfo di Napoli frequentato da diverse specie di squali - dal piccolo gattuccio alla verdesca fino all'innocuo squalo volpe - non si ha memoria, almeno relativamente agli ultimi decenni, di attacchi a nuotatori o subacquei e di avvistamenti di specie come lo squalo bianco o lo squalo tigre. I morsi di questi piccoli pesci sono poco più che fastidi, sebbene non privi, in casi rari, di qualche piccola complicazione infettiva. «Mia madre ha 85 anni - racconta Antonella - e stava entrando in mare a Puolo dalla spiaggia sul lato che guarda Sorrento. Era immersa per un metro fino al bacino, ma è tornata subito indietro con la caviglia sanguinante. Mi ha detto che aveva percepito un morso mentre era in acqua. Non le ho creduto, immaginavo si fosse ferita su uno scoglio. Sono entrata pure io in acqua proprio dove stava lei ed ho subito la stessa sorte». È il sarago maggiore il responsabile delle "pizzicate" ai bagnanti in diverse zone d'Italia. Lo sostiene uno studio degli atenei di Catania, del Salento e di Torino, che si è avvalso delle testimonianze di migliaia di persone coinvolte in un progetto, come oggi si usa dire, di Citizen Science. Perché ci morde? Risponde Paolo Guidetti, ecologo marino e direttore della sede genovese della stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli: «Succede in genere nelle spiagge sabbiose e con componente ciottolosa. Sono habitat nei quali arrivano le larve del sarago maggiore, nate dalle uova schiuse a giugno, che compiono la metamorfosi. Assumono dimensioni di qualche centimetro e sviluppano l'apparato boccale che consentirà poi a questi pesci di predare anche specie coriacee come i ricci di mare».
I piccoli saraghi si sono sempre nutriti di invertebrati, alghe e quant'altro. Da qualche anno a questa parte hanno però sviluppato una voracità talmente smodata da non disdegnare qualche morso alle nostre estremità. «L'ipotesi per spiegare tale recente comportamento - sottolinea il professore Guidetti - è che l'aumento delle temperature del mare, particolarmente accentuato nelle acque basse, acceleri il metabolismo e dunque l'appetito dei piccoli saraghi. Addentano perciò ogni cosa capiti loro a portata di bocca. Piedi e gambe dei bagnanti compresi». Tra le vittime di questi morsi c'è perfino chi si è recato al pronto soccorso. «Mi pare un poco eccessivo - commenta Guidetti - e lo dico da vittima. Sono stato morso pure io. Certamente è un po' doloroso e si sobbalza perché è un evento inaspettato». È dunque soprattutto il sarago maggiore che morde piedi e gambe dei bagnanti. Non sarebbe però l'unica specie secondo il biologo Adriano Madonna: «Capita che lo facciano anche lo sparaglione, l'occhiata, la piccola salpa, la marmora. In genere i pesci che frequentano gli ambienti bassi costieri». Tutti affamati dal mare che bolle.

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