sabato 30 agosto 2025

De Luca avverte Fico "Non si butta a mare il mio lavoro di anni"

Il governatore contro Decaro: "Ridicoli i veti su Emiliano e Vendola" E attacca Manfredi sul San Carlo: "Stiamo assistendo a una vergogna" 

di Alessio Gemma - La Repubblica

Napoli - Vincenzo De Luca proietta la sua ombra sul futuro della Campania. «Sono impegnato a fare in modo che il programma, al di là dei candidati, sia rispondente agli interessi della regione». Ecco le condizioni, un elenco di suoi progetti da portare avanti - ospedali, metro, strade - che detta a Pd e 5 Stelle nel corso della solita diretta Facebook del venerdì. Non nomina mai Roberto Fico, il nome 5 Stelle che il centrosinistra sta per ufficializzare per le regionali di autunno con Giuseppe Conte a Napoli previsto la prossima settimana. «Siamo in Italia - taglia corto - il dibattito pubblico non è attento a valutare la qualità, la competenza, l'esperienza dei candidati, è tutto gossip, cabaret politico». È il ritorno del governatore dopo la pausa estiva. E dopo che martedì la mediazione di Elly Schlein ha aperto le porte della segreteria regionale Pd al figlio deputato Piero, sbloccando così la candidatura alla presidenza della regione di Fico. Chi si aspetta un responso sull'ex presidente della Camera dall'appuntamento social, resta a bocca asciutta. Sembra una strategia. Poco più di un mese fa, Fico era evocato da De Luca come «l'uomo senza arte né parte». Niente insulti ora: vuol dire che il presidente si è allineato? «Continuerò a dire quello che penso», avverte, prima di uscire di scena per «dedicarsi alle poesie, alla scrittura (il 2 settembre esce il suo libro "La sfida")».
  Il no al terzo mandato «per iniziativa discriminatoria del governo Meloni» l'ha messo fuori gioco. E così trova il dibattito in corso sulle regionali «sgangherato, volgare». Interviene sul caso Puglia dove Antonio Decaro, nome in pectore del centrosinistra, non vuole che si candidino in consiglio gli ex governatori Michele Emiliano e Nichi Vendola. E De Luca ne approfitta per togliersi qualche sassolino nei confronti del Nazareno: «Decidono gli elettori, non i cacicchi di Roma. Gli unici cacicchi veri sono quelli di Roma». E contro Decaro: «Siamo alla maleducazione. Uno che dice ad altri "non ti devi candidare", sta confessando la propria inconsistenza politica. Ridicola poi la posizione su Vendola, dirigente di un altro partito». De Luca cita Gramsci: «È la logica del cameriere e del grande uomo: fare il vuoto per emergere e distinguersi». L'altro suo bersaglio resta il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, principale sponsor di Fico. Con l'ex rettore è in rotta sul teatro San Carlo, dopo che la regione ha votato insieme al governo per la seconda volta il nuovo sovrintendente, Fulvio Macciardi, con Manfredi costretto a lasciare il tavolo e preparare un nuovo ricorso in tribunale. «È una vergogna a cui stiamo assistendo - sottolinea De Luca - sono passati 5 mesi dal mandato del precedente sovrintendente. Vicende sconcertanti. Ne parlerò per fare un'operazione verità. Per adesso siamo impegnati a tutelare la dignità e l'onore del San Carlo per evitare che ci si copra di ridicolo». Allude. Provoca: «C'è chi a Napoli lavora per fare cerimonie e chi per fare opere pubbliche per cambiare destino della città». È il suo cruccio: «Non sia buttato a mare il lavoro immane di dieci anni, non si blocchino programmi enormi in corso, e si mantenga ferma una linea di azione comunicata da vari interlocutori politici: prima si definisce programma e poi si approvano le candidature». Una promemoria per Schlein e Conte. E giù con i progetti più cari: le due torri fino a 98 metri della futura sede della Regione, gli ospedali Santobono di Napoli e Ruggi di Salerno. Fino alla linea della metro che collegherà l'Alta velocità di Afragola con la stazione di Napoli, vale 3 miliardi: «Il più grande investimento dopo il Ponte sulla stretto. Tra 200 anni potrete fare una statua o un mezzo busto a De Luca». Sempre in terza persona.

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