domenica 19 gennaio 2025

Meta. Presunti appalti truccati sindaco assolto dopo otto anni

di Massimiliano D'Esposito - Il Mattino

Meta - «Il fatto non sussiste». È la formula adottata dal tribunale di Torre Annunziata per assolvere il sindaco di Meta, Giuseppe Tito. L'inchiesta è quella avviata una decina di anni fa dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata che ruotava intorno ad alcuni appalti per la gestione di servizi pubblici. Si ipotizzavano i reati di corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, abuso d'ufficio, turbativa d'asta, peculato, omessa denuncia e falso. Con il primo cittadino erano finiti alla sbarra anche il comandante della polizia municipale del Comune della penisola sorrentina, Rocco Borrelli e l'imprenditore Aniello Donnarumma. Ed anche per loro le accuse sono ora completamente cadute. Una vicenda che si innesca negli anni in cui Tito ricopriva l'incarico di assessore nella giunta guidata da Paolo Trapani. Il fascicolo, in particolare, riguardava tre presunti appalti truccati. Sotto la lente delle Fiamme Gialle di Massa Lubrense la gestione del parcheggio sulla spiaggia di Meta per l'anno 2012. Si ipotizzava che Tito avesse intascato 2mila e 500 euro al mese per sei mesi per affidare l'appalto ad una cooperativa, tanto che gli venne anche sequestrata la somma di 15mila euro. Nel mirino degli inquirenti anche l'affidamento del servizio scuolabus per il biennio 2014-2015 che sarebbe stato assegnato ad una ditta priva dei requisiti previsti dalla normativa regionale.

LE LUMINARIE DI NATALE 

Ma il caso che suscitò il maggiore clamore mediatico in tutta la Costiera riguardava l'appalto per le luminarie natalizie del 2014. Quest'ultimo episodio - avvenuto quando Tito indossava già da 5 mesi la fascia di primo cittadino di Meta -, si innescò già alla fine del mese di ottobre di quello stesso anno allorché l'opposizione in Consiglio comunale denunciò che l'azienda di Donnarumma avesse avviato l'installazione delle luci per le feste addirittura 20 giorni prima della scadenza dei termini del bando relativo alla gara di appalto. Circostanza evidenziata anche nell'avviso di conclusione delle indagini che, nel febbraio 2017, la Guardia di finanza di Massa Lubrense ha notificato al sindaco. Addirittura la Procura arrivò a chiedere gli arresti domiciliari per Giuseppe Tito, ma prima il giudice per le indagini preliminari e successivamente il Tribunale del riesame rigettarono l'istanza. In ogni caso a luglio del 2017 ci fu la richiesta di rinvio a giudizio per Tito e gli altri. Ora, a distanza di quasi otto anni, arriva l'assoluzione con formula piena per il primo cittadino, il comandante Borrelli e l'imprenditore Donnarumma. Il dispositivo «il fatto non sussiste» elimina ogni ombra di dubbio sull'operato del sindaco e delle altre persone coinvolte. Per leggere le motivazioni della sentenza bisognerà comunque attendere 90 giorni. Nel frattempo Giuseppe Tito ha espresso tutta la sua soddisfazione per l'epilogo della vicenda giudiziaria che lo ha visto coinvolto. «Ho saputo di essere stato assolto con formula piena - ha sottolineato -. Ho sempre creduto nella giustizia. Ringrazio mia moglie, i miei figli, gli amici, ma soprattutto il tribunale che oggi mi permette di comunicare a mia mamma che questo incubo è finito. Ringrazio il mio avvocato Paola Astarita, che è stata per me come una sorella, ed in questi anni mi ha sempre detto: la giustizia esiste, guai a perdere questa certezza». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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