Fonte: Fabrizio Geremicca da Il Corriere del Mezzogiorno
Vico Equense - Ricominciano i lavori, interrotti da due anni e mezzo, per realizzare il depuratore di Punta Gradelle, nella roccia tra Vico Equense e Meta di Sorrento. Le imprese appaltatrici dell’opera – in prima fila il Consorzio cooperative costruzioni – hanno raggiunto finalmente una intesa con la Regione Campania. Quest’ultima ha saldato due stati di avanzamenti, per circa due milioni e mezzo di euro, e si impegna a garantire, per il futuro, regolarità dei pagamenti. Le ditte appaltatrici, che avevano avanzato riserve(pretese di maggiori compensi dovuti a maggiori spese imprevedibili, n.d.r.) per di 25 milioni di euro, hanno alla fine accettato una transazione per poco più di due milioni. Li incasseranno a fine giugno. Di qui a qualche settimana, dunque, riprenderanno le attività nel cantiere. Bisogna completare la galleria – mancano circa 600 metri – e, soprattutto, vanno messi a terra ed attivati i pezzi del depuratore. Si prevede che l’opera, salvo ulteriori imprevisti, entrerà in funzione entro giugno 2015. Circa nove anni dopo la firma del contratto di appalto, dunque, e quattro anni dopo la data che era stata inizialmente indicata per la conclusione dei lavori. L’impianto, infatti, avrebbe dovuto essere operativo nel 2011. Sono trascorsi da allora tre anni ed è accaduto di tutto: il fallimento di Intini, una delle società impegnate nell’intervento; il fermo e l’abbandono del cantiere; i continui annunci di una imminente ripresa, sempre traditi.
C’è stata pure l’inchiesta Black Smoke della Procura di Milano su un presunto traffico illecito di rifiuti che è costata gli arresti domiciliari a Fausto Melli, della Sogesid, la società del ministero dell’Ambiente. Melli era anche il direttore dei lavori a Punta Gradelle, dove l’impianto è stato appunto progettato da Sogesid, ed è stato ora sostituito dall’ingegnere Carlo Messina. Si ricomincia, comunque. Restano da spendere circa la metà dei 43 milioni di euro stanziati all’epoca della gara di appalto. “Sarà un impianto tecnologicamente all’avanguardia”, garantisce i responsabile unico del procedimento, l’architetto Andrea Bovier, “che tratterà i reflui dei comuni di Vico Equense, Meta, Piano, Sant’Agnello e Sorrento attraverso un sistema di depurazione chimica, biologica e di abbattimento dei fosfati”. Ne uscirà acqua, sostengono i progettisti, completamente depurata, che la condotta sottomarina già esistente, la medesima che oggi convoglia gli scarichi non trattati, porterà circa due chilometri al largo tra Vico e Meta. Sarà inoltre una struttura, annunciano i tecnici, che produrrà pochissimi fanghi, al massimo un camion a settimana, in virtù di un sistema di essiccamento all’avanguardia. Il viadotto – ecomostro, inutile e dispendioso. Nota non trascurabile, questa, perché rende ancora più incomprensibile la scelta di Sogesid di dilapidare due milioni di euro per costruire una “strada al servizio del depuratore”, che taglia in due gli uliveti del vallone di Seiano. La utilizzeranno, si disse all’epoca in cui fu concepita, una decina di anni fa, i camion in uscita dal cantiere per allontanare la roccia dello scavo e poi i fanghi. Peccato che gli autoarticolati carichi di roccia abbiano utilizzato la strada principale, via Murrano, e che ormai la galleria sia ultimata. Quanto ai fanghi, un carico a settimana certo non giustifica uno scempio di tale portata ed un dispendio così massiccio di risorse pubbliche. Resta dunque il dilemma sul che fare, di quel viadotto, peraltro incredibilmente autorizzato dalla Soprintendenza. Gennaro Cinque, il sindaco di Vico, vorrebbe allargarlo – la carreggiata ora è ampia circa due metri e mezzo - e trasformarlo in una strada alternativa verso la Marina di Seiano.
Aldo Starace, della lista di opposizione In Movimento per Vico, che ha presentato sulla vicenda un esposto alla Corte dei conti, è invece convinto che quel mostro vada abbattuto al più presto. La visita del Pd Venerdì pomeriggio una delegazione del partito democratico ha effettuato una visita al cantiere del depuratore, dove era stata già due anni fa. C’erano i consiglieri regionali Antonio Marciano , Mario Casillo e Antonio Amato, i quali hanno sottolineato la necessità di accelerare gli interventi, verificando la possibilità di sganciare i finanziamenti, in gran parte europei, dalla rigida applicazione del patto di stabilità. Hanno insistito sulla necessità di assicurare una corretta gestione e manutenzione dell’opera una volta terminata. La Regione parrebbe intenzionata ad affidare l’impianto alla Gori. Il Wwf lancia a sua volta un appello affinché si provveda finalmente, come previsto peraltro dalle normative vigenti, ad una capillare divisione della rete delle acque bianche e nere. “Senza questo passo fondamentale”, lancia l’allarme Claudio d’Esposito, responsabile del panda in penisola sorrentina, “c’è il rischio che anche il nuovissimo depuratore non funzionerà al meglio”.
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