La bandiera nera dell`estate
Fonte: Carmine Festa da Il Corriere del Mezzogiorno
La Campania ha rinunciato al suo mare. Quest'estate, più dell'anno scorso, si è presentato sporco, maleodorante, infetto, inaffidabile. Come un frutto avvelenato; guardare ma non toccare. Da Sorrento a Fono d'Ischia, dal litorale Domizio al Cilento non c'è stato un solo angolo tra i Golfi e le Coste privo di un divieto di balneazione. Perlopiù ignorato dai bagnanti — specie campani — o, peggio, fonte di polemiche come se i dati sulla qualità delle acque fossero opinioni e non numeri certificati (a proposito dei dati va detto che le analisi delle acque sarebbe meglio farle a luglio e ad agosto piuttosto che a maggio e giugno quando si assegnano riconoscimenti ambientali e bandiere ecologiche poi clamorosamente smentite da depuratori che collassano e fogne che si intasano e tracimano perché le marine moltiplicano la loro popolazione). Il mare che non bagna la Campania è la sconfitta di tutti. In primo luogo dei Comuni che hanno la fortuna di un affaccio sul mare. Non lo hanno curato, non hanno investito in depurazione e neppure nella manutenzione della costa, come hanno dimostrato decine di frane da Capri a Marina di Camerota. Ma anche questa non è una novità. È una novità e insieme uno stimolo, invece, il pensiero del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che qualche giorno fa in occasione del suo primo soggiorno a Villa Rosebery ha elogiato la bellezza di Napoli e dei suoi monumenti.
Parole da cui partire per darsi da fare e rilanciare così uno tra i posti più belli al mondo, isole comprese. Troppi sindaci e amministratori di parchi e oasi finora sono rimasti fermi senza pensare che la natura, prima o poi, avrebbe presentato il conto. Che quest'anno è stato salatissimo. Ha spaventato i turisti. La loro delusione sarà un passaparola più forte dei nomi di richiamo universale delle località di villeggiatura campane. Ma che senso ha arrivare a Sorrento o a Forio d'Ischia senza poter fare un bagno in mare? E se lo scandalo del mare negato non verrà affrontato seriamente e in tempi rapidi dai Comuni costieri e dalla Regione Campania, saranno sempre di più i vacanzieri che sceglieranno altre mete italiane o estere, concorrenziali non solo per i prezzi ma a questo punto anche per la qualità dell'ambiente. Non si può più perdere tempo. Occorre dare subito un segnale avviando le opere necessarie a preservare e valorizzare una straordinaria risorsa che genera posti di lavoro e un'economia stagionale milionaria. Il mare pulito è anche questo.
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