Pomodori e pesche bruciati, uva già pronta per la vendemmia
Fonte: Antonio Menna da Il Mattino
Vico Equense - Frutta bruciata dal caldo, pomodori che marciscono sotto il sole bollente, uva che matura troppo in fretta e potrebbe costringere a un'inedita vendemmia anticipata. L'ondata di afa che da settimane batte l'Italia non da solo fastidio alle persone ma arreca danni alla filiera agroalimentare. L'aumento delle temperature medie, collegato agli improvvisi e violenti temporali, e all'altissimo tasso di umidità, sta facendo sudare ma di paura - gli imprenditori agricoli campani, in particolare quelli dell'area nord e dei Campi flegrei, che chiedono alla Regione Campania di dichiarare lo stato di calamità naturale. «Siamo di fronte ad una vera e propria tropicalizzazione del clima - dice Alfonso Di Massa, presidente della Fedagri Confcooperative Campania - Le temperature eccessive stanno causando anomalie nelle coltivazioni e danni ai nostri produttori». Soffrono, in particolare, tra il Giuglianese e l'area casertana, le ampie distese di pomodori, che sono in avanzata fase di maturazione e in qualche caso si consumano al sole, sotto il caldo, senza la possibilità di essere raccolti in tempo utile per il periodo delle conserve e vedendo alterato il loro sapore. Problemi anche alla frutta di stagione: pesche, albicocche e nettarine sono letteralmente bruciate dal caldo. Un capitolo a parte merita l'uva, che ha un tempo delicatissimo di maturazione.
Ha bisogno del sole estivo di giorno ma anche del fresco della sera. Le alte temperature minime, la cappa di calore che non si addolcisce la notte, fa maturare l'uva troppo in fretta. Se continua così, si accorciano tutti i tempi della filiera, con una vendemmia anticipata e un prodotto che non darà il vino sperato. Il problema non è solo nella qualità dei frutti ma anche nei costi eccessivi che stanno ricadendo sulle aziende. Il gran caldo costringe ad un volume maggiore di irrigazione, a consumi più elevati di energia elettrica e di gasolio. La Regione ha già aumentato del 60%, in virtù del caldo, le quote di assegnazione dei carburante agricolo per uso irriguo. «Se l'anno scorso - continua Di Massa - la pioggia ha ritardato la maturazione e il raccolto di frutta estiva e di ortaggi, quest'anno abbiamo il problema inverso. La terra soffre ed anche i nostri imprenditori agricoli. È per questo che chiediamo alla Regione Campania che venga dichiarato con urgenza lo stato di calamità, con lo stanziamento di risorse adeguate a supporto di quanti con fatica cercano di svolgere il proprio lavoro». Il caldo anomalo fa soffrire anche gli animali nelle fattorie: calano del 15% le uova nei pollai mentre le mucche da latte stanno consegnando una produzione del 20% m meno rispetto ai 30 litri di media giornaliera che fanno. Secondo la Coldiretti, nel mese di luglio la produzione nazionale di latte sarebbe diminuita di almeno 100 milioni di litri. In soccorso nelle stalle sono state allestite doccette, ventole e condizionatori ed utilizzati integratori specifici a base di sali di potassio nell'alimentazione preparata dagli allevatori. Il che, naturalmente, aumenta i costi di gestione e rischia di far saltare l'intero settore.
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