mercoledì 30 dicembre 2015

In Consiglio comunale la vicenda relativa al fondo Lauro

Vico Equense - In Consiglio comunale, quest’oggi, si è discusso della questione del fondo Lauro. L’ Amministrazione comunale ha adeguato il provvedimento di acquisizione sanante, che risale all’ottobre 2013, alla sentenza del Tar che ha stabilito l’impossibilità a neutralizzare gli effetti del giudicato civile. Il Comune ha già acceso un mutuo presso la cassa depositi e prestiti per pagare i 4 milioni di euro all’Avvocato Lauro. Il risarcimento è dovuto per l’esproprio, dichiarato illegittimo del fondo su cui sono stati realizzati alcuni alloggi in regime di edilizia convenzionata. I fatti risalgono a quarant’anni fa, le sentenze però sono divenute esecutive di recente. Il Comune per questa vicenda deve versare 320mila euro annui per i prossimi vent’anni. Una parte di questi soldi dovrà poi essere recuperata. Una battaglia a colpi di ricorsi e appelli che si trascina dal 1976, quando l’amministrazione comunale di Vico Equense dà l’ok a un piano di edilizia residenziale in località San Vito. Il proprietario del suolo impugna il piano di zona e gli atti espropriativi: mentre le cooperative edilizie Domus Aequana e Ulivo costruiscono le nuove case, il Tar (nel 1988) e il Consiglio di Stato (nel 1999) annullano tutti i provvedimenti adottati dal Comune di Vico. L’avvocato Lauro si rivolge prima al Tribunale e poi alla Corte d’Appello di Napoli che, l’11 marzo 2011, condanna l’amministrazione a risarcirgli danni per quattro milioni di euro. Secondo i giudici, il Comune ha commesso una «occupazione usurpativa» ai danni di Lauro.
 
Questa tesi viene confermata dalla Corte di Cassazione il 9 ottobre 2013. A quel punto il Consiglio comunale corre ai ripari e approva una delibera con cui si riconosce che le case realizzate irregolarmente rispondono a un fine sociale di particolare rilevanza e che, di conseguenza, devono essere conservate acquistando il suolo dal proprietario per la cifra di 620mila euro. Successivamente il Tar e il Consiglio di Stato confermano la legittimità di questa «acquisizione sanante». Nel frattempo, però, le sentenze della Corte d’Appello e del Consiglio di Stato diventano definitive. Il 18 maggio scorso, quindi, l’avvocato Lauro si rivolge al Tar con un obiettivo: ottenere una sentenza che obblighi l’amministrazione comunale a risarcirlo. E i giudici di Piazza Municipio gli danno ragione: «A Lauro vengano corrisposte nella loro integrità tutte le somme riconosciute come dovute dalla pronuncia della Corte di appello e da quella della Corte di Cassazione», si legge nella sentenza del Tar. All’inizio del mese di dicembre anche il Consiglio di Stato si è espresso negando la sospensiva al provvedimento del Tar.

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